La transumanza patrimonio culturale dell'Unesco, anche se immateriale. La tradizionale pratica di migrazione stagionale del bestiame è stata iscritta lo scorso dicembre, con voto unanime, nella Lista Rappresentativa del Patrimonio culturale immateriale dell'Unesco.
I pastori transumanti hanno una conoscenza approfondita dell'ambiente, dell'equilibrio ecologico tra uomo e natura e dei cambiamenti climatici: si tratta infatti di uno dei metodi di allevamento più sostenibili ed efficienti. Oggi la transumanza è praticata soprattutto tra Molise, Abruzzo e Puglia, Lazio, Campania, e al Nord tra Italia e Austria nell'Alto Adige, in Lombardia, Valle d'Aosta, Sardegna e Veneto. Scopri con noi cos’è la transumanza, la sua storia, come funziona e che differenze ci sono oggi rispetto al passato.
La transumanza è un’antica pratica della pastorizia che consiste nella migrazione stagionale del bestiame nel Mediterraneo e nelle Alpi. Una tradizione che affonda le sue radici sin dalla preistoria e si sviluppa in Italia anche tramite le vie erbose dei “tratturi” che testimoniano, oggi come ieri, un rapporto equilibrato tra uomo e natura e un uso sostenibile delle risorse naturali.
Per descrivere le fasi in cui si compiono gli spostamenti che danno luogo alla transumanza si usano i termini di: "monticazione" e "demonticazione".
Con monticazione si indica la fase iniziale della transumanza, che si compie nel periodo primaverile, quando avviene il trasferimento dei pastori dalle zone di pianura ai pascoli di alta quota ed ha inizio l'alpeggio.
Con demonticazione si definisce il successivo trasferimento che, nel periodo autunnale, riporta gli animali e i pastori dai pascoli in quota a quelli di pianura nella fase di discesa successiva al periodo estivo dell'alpeggio.
Tale usanza nei secoli scorsi condizionava pesantemente la vita del pastore, che non poteva contare sulla presenza delle strutture tipiche dell'allevamento moderno, quali la stalla e gli impianti di foraggiatura, mungitura e refrigerazione del latte.
In Italia questa antica usanza prese le mosse principalmente in Abruzzo, con diramazioni sia verso il Gargano che verso le Murge, passando per il Molise. Consisteva appunto nel trasportare ("transumare", appunto) gli animali dai monti abruzzesi e molisani, ai ricchi pascoli del Tavoliere e del Gargano.
Dopo il 1447 divenne la principale fonte economica per molti paesi abruzzesi e tale rimase fino alla fine del 1800 quando gli Aragonesi vollero far sviluppare l'industria della lana, ma i risultati attesi da Alfonso d'Aragona non furono raggiunti e l'industria della lana del Regno di Napoli non riuscì a competere con quella della Spagna, delle Fiandre, dell'Inghilterra.
La transumanza, come abbiamo già spiegato, è una pratica pastorale antica che consiste nello spostamento periodico del bestiame soprattutto, ma non esclusivamente, ovino fra due aree di pascolo solitamente situate una in pianura e l’altra in montagna allo scopo di assicurare un buon pascolo al bestiame durante tutto l’arco dell’anno. Così d’estate, quando in pianura l’erba dei prati viene bruciata dal sole, il bestiame viene condotto verso un pascolo montano, viceversa in autunno, quando i pascoli montani cominciano a ricoprirsi di neve, il bestiame viene condotto verso la pianura dove i prati, dopo l’arsura estiva, rinverdiscono.
Con l'avvento della moderna zootecnia e l'allevamento intensivo direttamente negli allevamenti oggi l'attività della transumanza si è fortemente ridotta. Al giorno d'oggi è praticata in limitate zone italiane, specialmente in alcune località alpine e prealpine della Valle d'Aosta, del Piemonte, della Liguria, della Svizzera italiana, dell'Altopiano di Asiago, della Lessinia, del Trentino, dell'Alto Adige e della Carnia, in altre appenniniche del Molise, dell'Abruzzo della Puglia e del Lazio, nonché in Sardegna dai pastori di Villagrande e Arzana. In Sicilia viene ancora praticata nella zona delle Madonie, a Geraci Siculo.
La transumanza molto spesso è oggetto di numerose manifestazioni: feste della transumanza, incontri e veglie in occasione della partenza di un gregge, arrivo all'alpeggio. Queste feste concorrono in modo efficace alla promozione delle città e dei territori e hanno delle importanti ricadute economiche. Se vi capita di imbattervi in una di queste feste, fate in modo di non perdervela. Il sapore di poter riscoprire le tradizione e le usanze di una volta è impagabile.
Francesco Scuderi
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