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Le erbette buone… amano questi due vini

Finalmente sono arrivate le erbette buone! Quelle che conoscono i nostri nonni e quelle che si sono tramandate a noi nel tempo assumendo in ogni città e paese un nome particolare.

Ed ecco che il Dragoncello può diventare Sciopetìn in qualche paese della bassa veneta, Carletto in altre zone più a nord, Estragone nelle campagne del centro Italia ecc… Ma che bello andare per i campi rigogliosi di verde primaverile, tra tarassachi e altre prelibatezze verdi e selvatiche! Significa immergersi letteralmente nella natura anche attraverso i colori, i profumi e i sapori nel piatto.

Ci sono chef che sempre di più tornano ai prati a raccogliere queste prelibatezze. Ne ricordiamo uno in particolare che si afferma come uno dei giovani chef più interessanti nel nostro panorama nazionale proprio per l’uso straordinario delle varietà di erbette più sconosciute dell’altipiano di Asiago. Alessandro Dal Degan, sa stupire con la semplicità di queste delizie verdi. I piatti sono sempre connotati da una espressione vegetale molto accentuata e molte volte selvatica. Sta lì tutta la loro bontà.

Ma che vino usare per questi piatti così “ribelli” a volte? Noi ve ne consigliamo due in versione 2014 che reputiamo perfetti da abbinare. 
Il Soave DOC Terre Lunghe 2014 di Agostino Vicentini. Un blend di Garganega al 70% e Trebbiano di Soave per il restante 30%. Grappoli ultra selezionati, anche a causa di un’annata un po’ balorda. Una bella verticalità nei profumi di fiori bianchi e di frutta bianca come pesca, mela e pera williams. Note agrumate di lime e sentori piacevolissimi di erbette aromatiche fresche come salvia e ortica. Al palato una decisa freschezza e una bella salinità minerale. Finale delicatamente ammandorlato e fruttato. Un vino decisamente dedicato a piatti con erbette selvatiche in frittata, con torte salate, e risotti ai carletti o ai bruscandoli. 
 
Il Sauvignon Vecchie Scuole 2014 di Antonio Fattori. Un vino straordinario che mette in evidenza tutta la forza del suo territorio. Vulcano “attivo” nel bicchiere con una bella sensazione di pietra focaia che si fonde con elementi vegetali di foglie verdi di pomodoro e frutta bianca come litchi e susine gialle.
Vino molto profumato con i sentori tipici del Sauvignon. Palato fresco e acidulo con una bella sensazione di lime e cedro fusi tra piacevolezze di erbette fini di ortica, salvia, timo freschi. Finale verde e persistente. Perfetto vino da primi piatti con erbette da campo, risotti ai bruscandoli, frittate di asparagi selvatici e torte salate al tarassaco.
S&M  - autoreS&M



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