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Scopriamo il brand Kattibuale: ecco qui la nostra intervista

Al centro del Mar Mediterraneo, nell'isola di Pantelleria, sorge Kattibuale, un'azienda agricola a conduzione familiare che prende il nome da una piccola contrada dell'isola situata tra il lago Venere e il mare.

La lunga tradizione e la cultura rurale hanno contraddistinto l'isola nel mondo per il paesaggio incredibile e unico che offre e per alcuni prodotti che sono stati definiti "eccellenze alimentari".
Per garantire l'autenticità e l'originalità dei sapori panteschi, negli ultimi anni a Pantelleria sono nate numerose piccole realtà aventi come obiettivo primario quello di preservare la territorialità di alcuni prodotti.
Tra esse si distingue Kattibuale, un'azienda nata proprio dalla consapevolezza di avere tra le mani una terra unica, le cui potenzialità sono incredibili, e da un forte sentimento patriottico dal quale sfocia la voglia di far conoscere la propria isola ad appassionati e non. "Agricoltura eroica": è così che Giuseppe Pavia, titolare della ditta individuale Kattibuale, la definisce.

Quella di Kattibuale è una passione che è stata tramandata da generazioni: l'amore per i terrazzamenti e per le coltivazioni tipiche, tra cui quelle del cappero, dell'olivo e delle erbe aromatiche.
A Giuseppe Pavia vennero lasciate in eredità dalla famiglia delle terre e il desiderio sempre più crescente di stare a contatto con la natura incontaminata lo ha convinto a dare il via alla sua azienda agricola.
É così dunque che nasce il laboratorio Kattibuale, un luogo di trasformazione e confezionamento di prodotti tipici coltivati, eccellenti ed unici nel sapore.
I prodotti di punta del laboratorio artigianale oggi sono i capperi al sale marino, l'origano di Pantelleria e i pomodorini secchi.

A noi piacciono queste realtà, questi produttori di prelibatezze uniche, certificate e pluripremiate: sono dei veri e propri tesori incastonati nella nostra Penisola tra mari e monti e nelle vie più sperdute di borghi e campagne. Noi non ci soffermiamo a vivere solo i loro prodotti, ma vogliamo scoprire più da vicino i protagonisti di questo brand. Ecco perché abbiamo mandato alcune domande a chi gestisce la comunicazione con noi.

Resta con noi a conoscere Kattibuale: leggi le risposte!
 

  • Con chi stiamo parlando?
    Giuseppe Pavia, titolare della ditta individuale “Kattibuale”.
     
  • L’azienda è a conduzione familiare? In che anno è nata l’azienda e chi è stato il fondatore?
    L’azienda è molto piccola, come ce ne sono decine nell’isola di Pantelleria, a conduzione rigorosamente familiare le cui origini si perdono nei tempi. Nell’isola, infatti, si è sempre vissuto di agricoltura, vigneto e capperi soprattutto, e, solo dagli anni 70 in poi, anche di turismo. L’isola è piena di piccoli terrazzamenti, delimitati dai caratteristici muretti a pietra a secco a picco sul mare, lavorati manualmente da agricoltori “eroici”… in anni recenti, nonostante io nella vita faccia l’insegnante, ho voluto riprendere l’antica passione di famiglia, cominciando quasi per hobby, ma finendo per progettare ed aprire un piccolo laboratorio di trasformazione e confezionamento di prodotti tipici, coltivati in modestissime quantità, ma eccellenti e unici nel sapore.
     
  • Chi fu il fondatore e qual è stata la sua formazione o qual è il ramo lavorativo e professionale da cui proveniva se diverso dall’attuale?
    L’azienda esiste praticamente da sempre, passando il testimone da padre in figlio: il prodotto coltivato, uva zibibbo, capperi o origano, veniva conferito nelle aziende più grandi presenti sull’isola di Pantelleria; l’esigenza di chiudere la filiera in loco, insieme a quella di valorizzare  delle produzioni di nicchia spesso sottoquotate dal mercato, mi ha spinto a intraprendere circa 4 anni fa la costruzione di un piccolo laboratorio artigianale che sorge proprio in una contrada tra il lago e il mare, chiamata Kattibuale.
     
  • Qual è il vero motivo o il fatto scatenante che sta dietro alla nascita di questa azienda e quando è avvenuto?
    L’amore per Pantelleria è alla base di tutto, insieme alla voglia di far conoscere usanze e sapori che sono alla base di una tradizione, della cultura stessa di un popolo. Non è un caso che l’isola di Pantelleria sia stata oggi riconosciuta Parco Nazionale e la pratica di coltivazione della vite ad alberello Patrimonio Unesco.
     
  • Qual è il vostro rapporto con la terra d’origine e la sua tipicità? E perché le volete raccontare con i vostri prodotti?
    La storia di Pantelleria è storia agricola; l’isola è un insieme di coni vulcanici a picco sul mare, bonificati nei secoli dal lavoro incessante degli uomini che hanno provveduto a separare la terra dalle pietre, per fare con le pietre le loro case (i dammusi) e i muri di confine per trattenere la terra. Il resto è scolpito dal vento, dall’umidità e dal terreno geologicamente giovane e ricco di minerali, che consente, in assenza di irrigazione e con delle precipitazioni molto scarse durante l’arco dell’anno, di produrre delle autentiche “eccellenze” con metodi estremamente rispettosi della natura.
     
  • Qual è stato il primo prodotto che avete creato?
    Per secoli Pantelleria è stata soprattutto uva zibibbo, destinata ad essere venduta come uva da tavola, come uva passa e, solo nell’ultimo cinquantennio, ad essere vinificata come passito di Pantelleria; accanto ad essa, l’unico prodotto storicamente coltivato in consistenti quantità è stato il cappero. La crisi del mercato vitivinicolo e l’avvento del turismo hanno innescato la riscoperta di prodotti storicamente sottovalutate, ma che sono, al pari dell’uva e del cappero, capaci di integrarsi perfettamente col territorio; tra queste ci sono sicuramente le erbe aromatiche, gli ulivi della cultivar Biancolilla, gli agrumi coltivati nei giardini panteschi e molte tipologie di ortaggi, tutto coltivato rigorosamente senza irrigazione.
     
  • Qual è il prodotto che oggi, invece, ritenete “di punta”?
    L’azienda Kattibuale ha puntato molto sull’origano di Pantelleria, unico, profumatissimo, coltivato e lavorato a mano ed essiccato sotto il sole di giugno. Per il profumo inebriante ed intensissimo, è destinato a diventare ingrediente importante non solo per la cucina di nicchia, ma anche per la ristorazione attenta ai particolari che fanno la differenza.
     
  • E qual è il prodotto che nell’intera storia dell’azienda ha portato con sé maggiormente il cuore pulsante, la filosofia e l’anima dell’azienda stessa?
    Certamente il cappero, per la fatica che richiede nella lavorazione, ma soprattutto nella raccolta, faticosissima e fatta totalmente a mano, a uno a uno, in un luogo in cui c’è praticamente assenza di manodopera. Ma la fatica poi ripaga, si sa…ammassare decine di chili di capperi è un’impresa che si concretizza con le fatiche, giorno dopo giorno.
     
  • Parliamo di oggi: quanto si è ingrandita l’azienda dal giorno della sua nascita? Possiamo avere qualche numero?
    L’azienda adesso si è ampliata vantando quasi 5 ettari coltivati a vigneto, cappereto, uliveto, origano e ortaggi; in larga parte si tratta di terre che, di proprietà di famiglia, erano state abbandonate e adesso riprese; altri appezzamenti sono stati comprati o sono in comodato d’uso. 
     
  • In questo momento: più tradizione o più innovazione?
    Sicuramente sempre tradizione; l’innovazione riguarda soprattutto la fase della distribuzione e della vendita; la parte produttiva, soprattutto per le caratteristiche accidentali del territorio, non può essere meccanizzata o modernizzata, la vendita si, tramite social e siti web che consentono ai nostri prodotti di superare l’isolamento ed affacciarsi al mondo.
     
  • Qual è stata l’evoluzione più importante dell’azienda per farla arrivare a quello che è oggi?
    La migliore evoluzione è la ripresa della tradizione, lo scostamento da un modello di economia agricola di massa per custodire una piccola produzione autentica, originale e rispettosa della natura.
     
  • Parlando invece del futuro: quale domani aspetterà l’azienda? C’è in programma qualche cambiamento o qualche nuovo processo evolutivo?
    Al momento nessuno
     
  • Avete in programma di creare nuovi prodotti?
    Ho in programma di continuare nell’opera di chiusura della filiera anche per altri prodotti che abitualmente coltiviamo, tipo il pomodorino datterino essiccato, la riscoperta dell’uva passa e l’olio extravergine di oliva.
     
  • Avendo puntato su Spaghetti & Mandolino, quanto è importante per voi la vendita online, qual è stato il vostro rapporto in passato con questo canale di vendita e come lo vedete nel futuro?
    Finora non abbiamo mai venduto online, ma solo in loco. Spaghetti & mandolino è una grande occasione data la grande visibilità che ha e il potenziale bacino di utenza che, tramite il portale, i nostri prodotti potrebbero avere.
     
  • Valore: qual è stato, qual è oggi e quale sarà in futuro per la vostra azienda?
    Produzione limitata, serietà, legame all’isola di Pantelleria.
S&M  - autoreS&M

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