L’episodio odierno di Italian Wine Podcast ci porta oltreoceano, a New York, dove sorge più d’una delle sedi extraeuropee del gruppo Eataly: per chi non conoscesse questa realtà, Eataly è una catena di punti vendita specializzati nella commercializzazione di generi alimentari italiani, con annessi spazi adibiti a ristoranti e scuole di cucina. Fondata nei primi anni 2000 da Oscar Farinetti, è attualmente una società quotata in borsa, con negozi distribuiti tra America, Europa ed Asia.
Esatto. Qui negli USA, oltre all’Italian Emporium aperto dodici anni fa, troviamo Eataly a Boston, Chicago, Las Vegas, Los Angeles, Dallas e presto anche a San José. Nel 2009 mi sono occupato in prima persona dell’apertura della sede giapponese di Eataly, Tokyo Mitsukoshi, in quanto responsabile delle partnership globali della compagnia; anche durante la pandemia non ci siamo mai fermati, tanto da aver aperto il primo negozio Eataly del Regno Unito, a Londra.
In questa fase ci ha aiutato moltissimo il comparto di vendita al dettaglio, non potendo contare sul settore della ristorazione e sulla didattica. È stato sicuramente un periodo più difficile, ma non ci siamo spaventati ed eccoci qua, pronti a portare l’enogastronomia italiana in sempre nuove parti del mondo!
Sì, in alcuni punti vendita il Wine Shop dev’essere completamente separato dal negozio d’alimentari, non si trova negli stessi spazi della normale GDO. Qui a New York per esempio abbiamo dovuto separare le due aree di vendita, anche se a Downtown durante il periodo pandemico potevamo vendere anche vini dal momento che avevano consentito a ogni ristorante di distribuire anche alcolici: all’epoca si potevano acquistare vino e prosciutto in contemporanea, mentre ora non più!
Chicago e Los Angeles invece hanno regolamentazioni più simili a quelle italiane, come anche Las Vegas e Dallas: pian piano si sta comunque imparando che l’epoca del proibizionismo è un ricordo del passato ed un bicchiere di vino a pasto non è un pericolo per la società. Abbiamo 1500 etichette e più a disposizione: Eataly è uno dei più consistenti importatori di vino italiano, lavora con circa 600 produttori e con alcuni persiste un legame che è nato nel 2007, quand’è stato aperto il primissimo store torinese di Eataly.
Certamente! Proprio qui ogni venerdì sera dedichiamo spazio ad un vino specifico, come il Brunello di Montalcino, il Barbaresco, il Barolo, cercando di abbinarli alla stagione. Ogni volta che presentiamo un prodotto, poi, anche nel caso del comparto alimentare, cerchiamo di raccontarne la storia, la provenienza, i punti di pregio, persino i menu sono provvisti di un minimo di descrizione che incuriosisca e informi il consumatore.
Il nostro staff deve conoscere alla perfezione ogni prodotto, per contestualizzarlo e dargli valore: che si tratti di beverage o gastronomia, dev’esserci competenza nel racconto di ogni pietanza o bevanda. Per quel che riguarda le degustazioni, Massimo Bottura è stato qui poco tempo fa per una serata riservata a circa 300 persone, anche se di solito i gruppi invitati sono più ristretti per permettere l’interazione con il pubblico.
Non allo stesso modo, ma abbiamo sfruttato le tecnologie digitali per organizzare degustazioni virtuali o aperitivi “Italian style”, non solo incentrandoci sul vino ma anche sui formaggi. Anche per quanto riguarda gli acquisti abbiamo riscontrato un buon successo con il servizio di delivery e l’inserimento online dei cataloghi di prodotti, che vengono tutt’ora utilizzati per conoscere l’offerta di Eataly.
Prima di tutto, adoro la location scelta per il nuovo negozio, non soltanto perché l’ex Stazione Frigorifera Specializzata si trova di fronte a Verona Fiere ma soprattutto per il suo essere un luogo storico, dal pregevole valore architettonico. La sede aprirà a fine settembre e avrà cento dipendenti nel suo staff, oltre ad un padiglione d’arte con un primo programma espositivo.
Vi invitiamo dunque a non perdervi la conversazione tra Dino e Stevie.
Ti consigliamo di gustare
✔ Hai aggiunto il prodotto al tuo carrello!