Il viaggio di quest’oggi ci porta a Peschiera del Garda, presso l’azienda vinicola “Le Morette”: fondata sessant’anni fa da Gino Zenato, è oggi gestita dal figlio Valerio e dai nipoti Fabio e Paola, terza generazione all’opera in questo polo produttivo della provincia di Verona.
Siamo all’interno dell’area di produzione del Lugana DOC, per la precisione nella frazione di San Benedetto di Lugana: quest’ultima prende il proprio nome dalla presenza sul territorio dei monaci benedettini di San Zeno, che bonificarono l’area e la resero adatta alla crescita delle barbatelle. “Le Morette” nasce infatti come una nursery per le viti, che qui venivano – e vengono tutt’ora – selezionate e fatte crescere: questo processo crea un legame di fiducia tra l’azienda e i clienti, che attendono fino a tre anni prima di vedere le prime uve.
Il primo vino che assaggeremo sarà il Lugana Mandolara dell’annata 2021, che ha ricevuto un voto di 92/100 dalla Guida Internazionale del Vinitaly. Lo consideriamo di fatto il nostro vino di bandiera, una solidissima base per le nostre degustazioni: le viti da cui deriva crescono su suolo argilloso ed hanno tutte più di vent’anni, il che contribuisce a dare sapidità ed un gusto interessante al vino.
Per quanto riguarda i momenti in cui godersi un calice di Mandolara, direi che la sua natura si adatta bene sia al rito dell’aperitivo che alla degustazione in abbinamento al cibo.
Il Benedictus è un vino dalla spiccata mineralità, che si ottiene da uve a vendemmia tardiva ed è più valorizzato se consumato in abbinamento al cibo, come per esempio ad un risotto con i funghi o ad un secondo a base di pesce. Ne produciamo una quantità nettamente inferiore rispetto al Mandolara, anche perché le viti sono ancora più vecchie – hanno 46 anni. Ci sono quattro settimane di distanza tra la vendemmia del Mandolara e quella del Benedictus, la differenza tra i due vini è molto marcata anche per questo fattore legato alla maturazione degli acini. Se noti, anche il colore del vino cambia: diventa più dorato.
Un ruolo importante nel sapore è giocato anche dall’affinamento sui lieviti a temperatura controllata e dalla maturazione di una parte del vino in tonneaux [doppie barriques francesi, ndr]. Le prime annate di questo vino sono state prodotte tra il 1993 e il 1994, a testimonianza di una tradizione comunque lunga nella produzione delle Morette. Questo vino resta un minimo di 9 mesi in bottiglia, prima di essere rilasciato sul mercato, ed ha una differenza di prezzo di circa 5€/0.75L.
Più che di un vino in questo caso si tratta di un progetto. È una tipologia limitata nella quantità e la sua esistenza si fonda sulle potenzialità d’invecchiamento del Lugana: il disciplinare dice che per ottenere la definizione di “Riserva” questo vino debba essere immesso sul mercato dopo due anni dall’ultima vendemmia, ma tutti i produttori di questa tipologia d’eccellenza attendono un terzo anno prima della commercializzazione.
Le sue caratteristiche sono complessità, ricchezza, eleganza e la capacità di offrire al palato tutto il potenziale delle uve Turbiana da cui deriva. È un vino leggermente più alcolico, con una gradazione del 13.5%, ed ha anche un’acidità maggiore.
Per concludere la degustazione in bellezza e dimostrare il potenziale d’invecchiamento di questo vino, stappiamo anche una bottiglia di Riserva del 2013: concludiamo l’episodio odierno con un nuovo cin cin a Fabio e alle Morette, che v’invitiamo a visitare passando a Peschiera del Garda.
(Hey, psst: sapevate che Fabio è stato uno studente del Professore? In questa puntata del nostro podcast Stevie Kim dialoga con Attilio Scienza e Vittorio Moretti: seguite il link per recuperarla!)
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