Il luogo che ci ospita quest’oggi è quantomeno inusuale per una chiacchierata a tema vinicolo: eppure, la miniera di Monteneve, in provincia di Bolzano, è strettamente legata ad un Gewürztraminer che si è conquistato un posto nell’Olimpo dei vini per l’altissima qualità raggiunta già dalla prima annata. Il vintage del 2009, infatti, ha ottenuto 100 punti dal Robert Parker’s Wine Advocate, primissimo tra i bianchi italiani a tagliare questo traguardo. Parliamo di Epokale insieme a Willi Stürz, in un setting meraviglioso per l’ampia vista che spazia sulla valle Ridanna.
Da ormai tredici anni abbiamo scelto di conservare e far maturare in un luogo diverso dalle usuali cantine il nostro vino Epokale, per dargli il tempo di invecchiare per parecchi anni in un ambiente controllato, dalla temperatura e dall’umidità costanti. L’alta quota aiuta a dare stabilità alle caratteristiche del vino: a duemila metri d’altitudine anche la pressione dell’aria cambia e questo crea un insieme di condizioni particolari, che abbiamo sperimentato quasi per caso.
No, affatto. La logistica del trasporto in miniera viene operata una volta l’anno, dopotutto, quando stocchiamo le bottiglie più recenti e al contempo preleviamo quelle dell’annata destinata al mercato. C’è anche da dire che la fatica verrebbe comunque ripagata dal risultato!
La nostra cantina è situata a circa 250 metri di quota, ovvero a 1700 metri di distanza dalla galleria dove immagazziniamo il nostro vino. Per raggiungere il sito di stoccaggio dobbiamo percorrere all’incirca tre chilometri e mezzo all’interno della montagna, in un apposito trenino.
Questa location ha certamente un valore culturale e storico, oltre che utilitaristico. Il museo che ha sede qui racconta di come si sono svolti i lavori di estrazione negli ultimi mille anni, fino alla chiusura della miniera avvenuta all’incirca quarant’anni fa. Anche la Cantina Tramin è vistabile, con percorsi di visita guidata e degustazioni abbinate.
In quell’anno siamo stati molto fortunati con il Traminer. Abbiamo ottenuto un vino molto concentrato, da vendemmia tardiva, ottobrina, poi portato sul mercato nel 2017. Continuiamo a prediligere questo tipo di vendemmia per dare al vino un residuo zuccherino elevato, che lo differenzi dai “colleghi” più secchi. Il residuo zuccherino, combinato allo stoccaggio in miniera, offre una maturazione lenta, profonda e complessa al vino.
Inizialmente abbiamo prodotto poco più di 1000 bottiglie, mentre le ultime annate vanno da 2500 a 3000 bottiglie; tra tutte le annate, solo quella del 2014 è stata difficile e ci ha spinti a lasciar maturare ancora il vino, dopo un’attenta valutazione. In quel caso, infatti, l’acidità era più elevata e il residuo zuccherino più basso, per cui siamo curiosi di capire quale sarà la sua evoluzione.
Fino a quell’annata abbiamo tutti i vini in miniera. Ora ci apprestiamo a trasferire sul mercato le bottiglie del 2015, che sono rimaste a riposare in galleria nell’ambiente della miniera, dove troviamo 11°C e un’umidità del 95%.
Cin cin a chi si appresta a stapparne una! Per continuare a seguire le ultime novità dal mondo del vino, vi diamo appuntamento al prossimo podcast.
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