Nel nostro viaggio attraverso l’Italia non poteva mancare una tappa friulana, nella quale degustare i vini goriziani della cantina Gravner a poca distanza dal vigneto più esteso dell’azienda, il “Ruck”.
Negli otto ettari della tenuta si coltivano principalmente Ribolla (o “rebula”) e il nero Pignolo, in un ambiente curato dal punto di vista della biodiversità: alberi di diverse specie movimentano l’orizzonte, insieme allo specchio d’acqua di uno stagno con ninfee. Mateja, inoltre, ci racconta che nel verde circostante si trovano anche dei nidi artificiali, per dare accoglienza all’avifauna e restituire alla Natura quello che dà agli uomini, valore caro anche al padre Josko.
Pur essendo un ambiente artificiale, in cui la mano dell’uomo agisce pesantemente, questo paesaggio è funzionale a far crescere nel migliore dei modi le nostre viti. Quello a cui puntiamo è un risultato di alta qualità, sin dagli inizi dell’attività: in questo modo i grappoli d’uva ci regalano il vino che hai davanti, simbolo del rispetto per la vita che caratterizza i nostri metodi di produzione e della filosofia che adottiamo nel nostro lavoro.
L’anfora accentua sicuramente i pregi del vino, cullandolo al proprio interno senza intervenire nella fermentazione. Essendo fatta di terracotta e venendo interrata, ha un doppio legame con il suolo e con la nostra terra, con il passato millenario della vinificazione e con la tradizione storica (romana e non solo) legata alla produzione vinicola. Dopo 7 mesi per i vini bianchi, con un intervallo di tempo variabile di annata in annata, le anfore vengono svinate e il vino passa a maturare in botte. L’affinamento finale avviene in 41 mesi, in parte ancora nelle anfore e in parte in botte.
Oltre ad essere in vista della vigna più legata alle nostre origini e che rappresenta le radici della nostra attività essendo stata piantata nel 1901, abbiamo nel bicchiere un Ribolla del 2012 proveniente proprio da queste piante. Su queste viti si affaccia anche casa mia: ogni mattina da quando ho aperto il mio profilo Instagram ho un appuntamento con l’immagine del mondo che vedo dalla finestra, molto spesso da questa finestra, e molte persone attendono che io condivida con loro la pace che si respira da questo francobollo di cielo.
Tornando al vino, o meglio al bicchiere in cui l’ho servito: il design di questo oggetto d’artigianato realizzato da Massimo Lonardon s’ispira alla cerimonia orientale del tè, e molti dopo di noi hanno iniziato a emularlo. Da principio aveva un manico, mentre ora ha un’impugnatura: la sua forma serve a evitare una temperatura di servizio troppo bassa. Questo vino infatti non va bevuto alla stessa temperatura di un vino bianco, ma leggermente superiore, come avviene per un giovane vino rosso, per impedire che emergano soltanto la parte tannica e alcolica nella degustazione.
Quell’anno l’estate è stata calda, mentre a settembre abbiamo avuto molte piogge. Le temperature medie erano più alte del normale, per cui abbiamo avuto qualche problema con le uve, il che ci ha portato poi a fare una selezione nel corso della vendemmia. In una degustazione al buio riconosceremmo questo e altri vini Ribolla per la loro struttura, per il grado d’invecchiamento e l’assenza di sedimenti. I nostri vini si illimpidiscono per semplice deposizione dei sedimenti, grazie alle lunghe attese in anfora: non interveniamo con alcuna filtrazione ma con il semplice travaso.
Dell’annata 2012 abbiamo prodotto un po’ meno di 20.000 bottiglie, con una gradazione alcolica pari al 14%.
Direi molto particolare. Come puoi vedere, il colore del vino è leggermente più scuro, segno di una maggiore concentrazione: l’estate è stata magnifica quell’anno, abbiamo avuto poca pioggia in autunno e per questo abbiamo finito la vendemmia il 23 novembre! Il meteo è stato perfetto, non abbiamo avuto alcun accenno di botrite a differenza dell’anno successivo, ma una maturazione al massimo delle sue potenzialità.
Le caratteristiche del vino sono più tanniche ed il risultato finale è meno gentile. Mi piace dire che questo vino è come un ragazzo ancora nel pieno delle sue energie, che deve darsi del tempo per trovare la propria strada. Sono passati più di dieci anni, eppure la maturazione del vintage del 2011 è ancora nelle sue prime fasi. Per chi ne avesse una bottiglia, consigliamo un invecchiamento fino a 35 anni.
And that’s a wrap for today!
E questo è tutto per l’episodio odierno del nostro podcast. V’invitiamo ad ascoltare il video completo in lingua inglese, per ammirare i colori e lo scenario della tenuta Gravner. Se invece volete recuperare le precedenti chiacchierate con i produttori, esplorate il magazine di Spaghetti e Mandolino per ascoltare le loro storie.
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