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Di Majo Norante, Stevie Kim, e i rossi e bianchi del Molise

Nonostante il famosissimo meme “Molisn’t”, la piccola regione italiana del Molise ha la propria importante rappresentanza anche nella carta geografica vitivinicola del Paese: il video di oggi si propone di scoprire una delle eccellenze della provincia di Campobasso, ovvero l’azienda Di Majo Norante, attiva sin dall’Ottocento nella produzione di vino.


Ci troviamo nel comune di Campomarino (CB), associato sia all’AN Città dell’Olio che all’AN “Città del Vino”, in virtù delle produzioni che costellano il suo fertile territorio, in compagnia di Alessio Di Majo Norante, vignaiolo che ha da sempre difeso la biodiversità autoctona e le varietà di viti locali, con cui produce dieci etichette.


Alessio, quali sono le caratteristiche del territorio che ci circonda?

Come si può notare, i dintorni non portano i segni di un’industrializzazione spinta, anzi. Siamo circondati dalla natura più pura, che rispettiamo nei metodi di coltivazione: questo dà alla fermentazione un carattere armonico, che si riconosce nel bicchiere. Per i vini rossi, nella nostra tenuta abbiamo le varietà Aglianico, Montepulciano, Tintilia e Sangiovese, mentre per i bianchi abbiamo Greco, Falanghina e Moscato.


Hai un uvaggio preferito tra quelli che ci hai elencato?

Devo dire di no. Ho cinque figli e per me le uve sono come loro, non ce n’è una che superi le altre. Mio padre Luigi, però, ha dato avvio a quest’attività negli anni ’60 e una nostra etichetta – Don Luigi – riprende il suo nome e quello di uno dei miei figli. Se dovessi indicare il mio vino-immagine, indicherei molto probabilmente questo, un Montepulciano puro. Il Sassius, invece, è un 100% Aglianico.


La nostra produzione ha raggiunto un volume di 600/700.000 bottiglie, al 60/70% vini rossi. Esportiamo più o meno la stessa percentuale di bottiglie, con soltanto un 30% della produzione che rimane nel territorio nazionale.


Quali sono i vini di maggior successo che producete?

Dipende ovviamente dall’area geografica. In America esportiamo maggiormente Sangiovese e Ramitello: quest’ultimo è un blend composto dall’80% di Montepulciano e dal 20% di Aglianico.


I vini bianchi, anche se sono meno richiesti, ci regalano alcune soddisfazioni, in particolare il Falanghina. Oltre ad essere un vino storico, molto apprezzato dai Sanniti, ha un’acidità che consente l’abbinamento con piatti di pesce; i prezzi dei nostri vini, poi, sono contenuti e permettono l’assaggio ad un maggior numero di persone.


Il viaggio di oggi finisce qui, ma all'interno del magazine di Spaghetti e Mandolino è possibile recuperare le precedenti puntate del nostro podcast, cominciando con l'ultimo episodio girato al Castello della Sala!

 

Stevie Kim - autoreStevie Kim

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