Oggi abbiamo chiesto a Stefano Bugamelli, noto giornalista enogastronomico con una lunga carriera alle spalle e ambasciatore di Spaghetti & Mandolino, di condividere con noi alcune curiosità sulla "Piadina".
Da buon emiliano, Bugamelli ha accettato con entusiasmo di parlarci di questo iconico prodotto della tradizione romagnola.
In Romagna, la piadina è un naturale sostituto del pane (qui abbiamo parlato del pane molisano) e della tigella (sai cosa è la tigella?)che può accompagnare impegnativi secondi piatti e contorni, ma anche gustosissime merende con formaggi e salumi. Gode del marchio IGP dal 2014, ma sotto ogni campanile la si fa con piccole o significative differenze: molto sottile nel riminese, più spessa nel ravennate, talvolta la si trova ancora più alta nel forlivese/cesenate.
Gli ingredienti fondamentali sono regolati dal disciplinare controllato dal Consorzio di Tutela e di Promozione della Piadina IGP, ma le tradizioni locali le differenziano con l'utilizzo di strutto, miele, olio EVO, latte. Si trova fatta all'istante nelle migliaia di chioschi e negozi di Romagna e per molti è il "profumo dell'estate".
Durante il mio girovagare, ho avuto il piacere di gustare la piadina in diverse varianti regionali:
A Rimini, la piadina viene spesso servita con la saraghina, un pescetto azzurro ricco di Omega 3 che può essere marinato o arrostito.
Nei lidi ravennati, la versione classica prevede lo squacquerone e la rucola, una combinazione fresca e saporita.
Verso le colline, la piadina è spesso farcita con saporiti salumi locali o porchetta fumante, offrendo un gusto ricco e soddisfacente.
La versione della piadina raccolta a portafoglio come mezzaluna si chiama crescione o cassone, e viene farcita con ogni genere di ripieno: erbette aromatiche, spinaci, cicoria, funghi, salsiccia, formaggi, mozzarella e pomodoro.
I gusti e la fantasia di ognuno devono prevalere su tutto e la piadina risponde positivamente ad ogni esigenza.
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