La Pasta di Gragnano è un prodotto secolare, considerato il rappresentante per eccellenza della cultura culinaria italiana. Rinomata anche all'estero, la pasta di Gragnano porta a tavola storia, tradizione e gusto.
I ristoratori e i buon gustai sanno bene che la Pasta di Gragnano è un prodotto che con pochi semplici ingredienti può dare vita a piatti straordinari e questo a Gragnano lo sanno bene: semola di grano duro e acqua formano un impasto che viene sapientemente lavorato e poi seccato, creando un prodotto accessibile a tutti che ha reso Gragnano famosa in tutto il mondo come città per eccellenza della pasta di alta qualità.
Ma chi ne conosce la storia? Scopriamola insieme!
La tradizione pastaia di Gragnano ha origini che risalgono addirittura al tempo dei Romani. All'epoca le acque del torrente Vernotico scendevano verso la "Valle dei Mulini", macinando il grano che veniva poi utilizzato dalle città limitrofe di Pompei e di Ercolano per fare il pane.
A causa della necessità delle classi più povere di avere scorte di alimenti che costassero poco e che portassero sazietà velocemente nacque una nuova produzione, quella della pasta secca, che permetteva di conservare la semola a lungo. Ma la pasta di Gragnano, fino a quel momento poco diffusa, ottenne invece successo nel XVI-XVII secolo, periodo in cui, a causa della carestia, era fondamentale avere del cibo che si conservasse a lungo, fosse economico e saziasse.
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Le origini della produzione della Pasta di Gragnano così come la conosciamo oggi risalgono al XVI secolo. Siamo nel Regno di Napoli, dove i "Maccheronari" (o meglio i venditori di pasta) dominavano già il mercato locale grazie al basso costo della pasta, incentivati dalla crescente richiesta dovuta alla numerosissima popolazione campana. Vari pastifici a conduzione familiare fiorirono intorno a città dove c'era una grande presenza di mulini e di acqua come, per l'appunto, Gragnano.
Nel 1845 ci fu la svolta: Ferdinando II di Borbone, durante un pranzo, concesse ai pastai gragnanesi il privilegio di rifornire le cucine di corte di paste lunghe. A partire da questo momento Gragnano venne battezzata come "la Città dei Maccheroni"; il 75% della popolazione di Gragnano lavorava la pasta, producendo oltre 1000 quintali di pasta al giorno. Per le strade di Gragnano veniva messa la pasta a seccare e i seguenti sviluppi e costruzioni della città vennero fatti nell'ottica di agevolare la produzione di pasta, rendendo le strade ventilate e soleggiate. Insomma, Gragnano si trasformò in un grande essiccatoio naturale, in cui per le strade l'elemento predominante erano le canne di bambù che fungevano da supporti per stendere la pasta. Nel 1885 la rete ferroviaria raggiunse Gragnano, permettendo così la diffusione dei prodotti in tutta Italia.
Verso la fine dell'800 ci fu il boom della produzione di pasta e un enorme incremento delle esportazioni, indirizzate soprattutto ai paesi maggiormante coinvolti dall'emigrazione italiana, come ad esempio gli Stati Uniti, facendo conoscere la tradizionale pasta di Gragnano anche all'estero. Le esportazioni crebbero esponenzialmente per circa un ventennio, fino ad un picco di 709.000 quintali nel 1913. Tre quinti circa di questa pasta erano prodotti in provincia di Napoli, in particolar modo a Gragnano e a Torre Annunziata.
Si affermò il nome di Gragnano negli U.S.A, rendendo la pasta di Gragnano un prodotto famosissimo e molto apprezzato. Il suo successo – dovuto alle materie prime di qualità e all'arte secolare dell'essiccazione – fu tale che molte industrie americane tentarono di emularne il successo creando marchi falsi per spacciare come pasta di Gragnano le proprie produzioni.
Gli industriali pastai di Gragnano tra il 1892 e il 1913-14, prima dello scoppio della Grande Guerra, fecero grandi investimenti per la meccanizzazione della lavorazione, incrementano notevolmente le produzioni. Si trattava di fabbriche fornite di motori a vapore, luce elettrica e molti dipendenti. Ma questa meccanizzazione della produzione andò a discapito dei pastifici tradizionali che lavoravano ancora manualmente la pasta, i quali diminuirono drasticamente.
Nel 1915, lo scoppio della prima guerra mondiale mandò in crisi non solo l'industria pastaia di Gragnano, ma anche quella di tutta la penisola. Le esportazioni crollarono, creando una reazione a catena:le industrie andarono in sottoproduzione e le azioni dei pastifici precipitarono.
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Con il fascismo, la situazione peggiorò ulteriormente. Il 4 luglio 1925 Benito Mussolini diede il via alla Battaglia del Grano, la quale prevedeva di colmare il divario che c'era tra il consumo di grano e la sua produzione in territorio italiano. L'alta domanda di grano, conseguenza dell'aumento della popolazione, obbligava a fare rifornimento all'estero. Per assicurare l'autosufficienza dei granai italiani venne applicato un dazio doganale alle importazioni, facendo aumentare il prezzo del grano.
Nel primo dopoguerra iniziarono a espandersi le aziende pastificie del centro-nord di grandi dimensioni. I pastifici campani artigianali sopravvissuti alla precedente crisi si ridimensionarono nettamente. A Torre Annunziata chiusero quasi tutti mentre a Gragnano solo i più affermati riuscirono a restare in piedi.
Negli anni 90 ci fu l'ascesa della pasta italiana sui mercati internazionali, un fenomeno inarrestabile ancora in corso.
Oggi, la pasta di Gragnano è un prodotto certificato I.G.P. , marchio che garantisce l’indicazione geografica protetta. Affinché la pasta venga certificata I.G.P deve rispettare determinati requisiti, primo tra tutti la produzione circoscritta al Comune di Gragnano, utilizzando solo acqua locale e semola di grano duro.
Ecco dunque la storia di uno dei prodotti italiani più tipici e apprezzati nel mondo. Come non amarlo? Non resta che preparare un buon piatto di pasta, scegliendo tra i tantissimi formati disponibili. Dà un'occhiata alla selezione di Spaghetti e Mandolino e lasciati tentare da questa saporitissima pietanza!
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