Una bellissima manifestazione che si è tenuta nelle Marche per alcuni anni si chiamava proprio “Vini da Pesce”: era un evento internazionale che compendiava e raccoglieva tutti i vini che hanno le caratteristiche di accompagnare i prodotti del mare nelle loro varie versioni di cottura o a crudo. Vini freschi, fruttati e principalmente da frigo, se vogliamo assaggiarli nella stagione estiva. Non a caso l’evento si teneva nelle Marche. Lì infatti, tra le terre affacciate all’Adriatico e quelle più nascoste nell’entroterra di Matelica, nasce uno dei più grandi vini bianchi italiani, il Verdicchio. Un prodotto che ha tutte le caratteristiche ideali per accompagnare ottimamente il pesce. Ma non è l’unico!
L’Italia offre una selezione di vino da pesce straordinaria, da nord a sud, dalle Alpi all’Etna. Ma quali sono le caratteristiche che dovrebbe avere un vino per accompagnare dignitosamente un pesce in cruditè, cotto al forno, alla griglia o marinato? Meglio la bollicina o il vino fermo? Meglio bianco o rosso? Fatto presente che non esistono regole che non possano essere stravolte in enogastronomia, certamente le uve bianche o quelle rosse vinificate in bianco sono le migliori o più facilmente abbinabili al pesce in generale.
Innanzitutto dobbiamo cercare la freschezza e quindi l’acidità in un vino, la sua complessità aromatica e la sua piacevolezza nei profumi, intriganti di fiori o frutta, o con nuances agrumate e soft tropical. Un altro elemento fondamentale è la sapidità che per alcuni vini bianchi diventa addirittura salina, come per esempio nel Pigato ligure o in alcuni Vermentini di Sardegna o Inzolia della riviera di Alcamo.
Le bollicine, siano esse di provenienza Martinotti o Champenoise (Metodo Classico), sono ideali nella cucina di pesce perché elevano la piacevolezza degli elementi marini del pesce e compendiano la grassezza delle carni a crudo, soprattutto nel caso di ostriche, scampi e gamberi, in particolare con il gambero rosso dei mari del Sud. Prosecco e Metodo Classico sono spumanti ideali se presentano bevibilità e freschezza fruttata. Meglio ancora se le bollicine sono eleganti e mai aggressive.
Ci sono emozioni che regalano alcuni vini ancestrali frizzanti che hanno pochi eguali con le fritture di pesce o magari con una bella paranza fresca a metà mattina. Vini come Soave, Lugana, Arneis, Custoza, Fiano, Falanghina, Greco, Viognier o Trebbiano toscano, aromatici dell’Alto Adige e Pinot Grigio Veneto, i Classici Friulani del Collio e del Carso, i freschi e sapidi prestigiosi vini bianchi dell’Etna.
E poi? Tutti i piccoli e inediti vitigni bianchi che solcano l’Italia che rappresenta il libro naturale della più importante e complessa ampelografia esistente al mondo. Provate la magia di una Falanghina del Sannio con un Pacchero di Gragnano avvolto dal sugo di un pomodorino del Piennolo del Vesuvio DOP saltato con dei gamberi rossi di Mazara del Vallo.
Avvicinate un Pinot Bianco dell’Alto Adige ad un guazzetto alla ligure; un Roero Arneis ad una pasta di sarde e finocchietto selvatico; un Lugana ad una sogliola alla griglia; un Custoza freschissimo ad un’insalata di moscardini; un Soave ad un piatto di spaghetti alle vongole dell’Adriatico.
Facciamo una prova “dissacrante” annaffiando delle Ostriche Belon, Fin da Claire o Quiberon con dell’ottimo Spumante Lessini Durello e sorridiamoci sopra. Si perché i nostri vini italiani sono la vera magia per il pesce di mare! In molti di loro è il mare che si nasconde! In quasi tutti la bellezza di una terra italiana ricca di sorprese e inedite emozioni.
Bernardo Pasquali
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