Non molti anni fa parlare di vendita online di prodotti tipici italiani sembrava irriguardoso e, sostanzialmente, impossibile per il consumatore in Italia. Ma come è possibile che un nostro connazionale possa fidarsi di prendere un prodotto della tradizione agroalimentare o enogastronomica italiana senza prima averlo visto, toccato con mano, odorato, eccetera.
Un mistero che a inizio anni 2000 aveva provato a sfatare uno dei portali pionieri italiani della vendita online. Ricordate Esperia.com? Un portale che poi si è dovuto arrendere alla sua precocità, non alla sua poca affidabilità. Non erano maturi i tempi. Non lo erano in Italia. Sembrava che la chiusura di Esperia avesse rappresentato una condanna definitiva dell’esperienza di vendita online di prodotti tipici. Si diceva: “il vino è un’altra cosa, ma la mozzarella, il salume tipico, la torta tradizionale… no per quelli è impossibile”.
C’è voluto del tempo perché anche le aziende potessero acquisire fiducia nei portali di vendita online. Eppure in altri paesi nel mondo il food non rappresentava già più un tabù sul web. In America e nella California digitale già nel 2005 erano molteplici le esperienze di vendite online di vino e di olio in particolare. In Europa la prima regione è stata la Mitteleuropa con Germania, Olanda e paesi nordici in primo piano. Ma i paesi mediterranei hanno arrancato e ancor oggi la vendita online di prodotti tipici è marginale rispetto a quelle nazioni.
Siamo ancora lontani da cifre molto importanti ma la crescita annuale negli ultimi tre anni è sempre a doppia cifra. In pratica oggi conviene far parte di un portale e-commerce per le aziende del food, in modo particolare. Infatti, la crescita, dagli ultimi dati ottenuti dall’Osservatorio E-Commerce B2C della School of Management del Politecnico di Milano, conferma una crescita nel 2016 del 30%. Un dato che si avvicina molto a quello della crescita di vendita di prodotti digitali e tecnologici e moda. La vendita online di prodotti tipici italiani nel mondo alimentare digitale rimane, comunque, al 3%. Un dato che è nettamente inferiore rispetto agli altri paesi europei, soprattutto quelli mitteleuropei. I paesi dell’Est sono più avanti di noi e la Polonia addirittura sta crescendo a ritmo vertiginoso.
Suddividendo il settore in tre categorie, grocery alimentare (supermercati e grande distribuzione), enogastronomia (portali di prodotti tipici come il nostro) e ristorazione (cibo pronto), possiamo vedere i seguenti risultati.
Il settore grocery è aumentato nel 2016 del 40% rispetto al 2015, raggiungendo un valore di 188 milioni di euro. Supermercati come Carrefours, Esselunga, Tigros, affiancati da Eataly e Prime Now di Amazon sono i propulsori di questa nuova tendenza.
Il settore enogastronomia ha avuto una crescita nel 2016 del 17%. Un po’ più bassa rispetto alla precedente. La categoria dei siti online come Spaghetti&Mandolino rappresenta comunque quella con il valore più elevato degli acquisti. Di poco superiore ai 240 milioni di euro. Questo perché nei portali di vendita online ci sono prodotti tipici molto più selezionati e rari con costi decisamente superiori rispetto al grocery.
La ristorazione online ha visto invece una crescita del 29% nel 2016 ed è sicuramente la novità più interessante. Pranzo e cena online, consegne al piano già due ore dopo l’ordine e altri servizi.
È noto che lo smartphone, come dice una pubblicità di questi giorni, serve anche per chiamare. Ma soprattutto sembra che si utilizzi per navigare e comprare. Infatti si pensi che 21 acquisti online su 100 in Italia vengono fatti con il mobile e sono aumentati rispetto al 2015 del 51%, raggiungendo circa 100 milioni di euro.
Dobbiamo fare una distinzione tra i consumatori delle aree metropolitane e quelli della provincia italiana. Città come Milano, Roma, Bologna, Firenze, Torino, Napoli capitalizzano da sole la maggioranza degli ordini. Ottimi risultati arrivano anche dal sud dove la crescita di acquisti online è decisamente aumentata. Si fa la spesa online per la comodità di acquisto, per la consegna puntuale della spesa, per l’ampia scelta dei prodotti e la loro reperibilità, talvolta per i prezzi inferiori rispetto al negozio fisico. Questo ultimo dato non vale sempre per i negozi online ma per lo più per i prodotti a minor costo provenienti dalle Grocery.
Sono molteplici i motivi che portano le aziende ad affidare la vendita dei loro prodotti a piattaforme online. Innanzitutto per il maggior numero di clienti raggiungibile, per la migliore visibilità del brand e per il minor costo di gestione dell’attività rispetto a un negozio fisico.
Se un’azienda pensa di aprire una piattaforma online per vendere subito facilmente si sbaglia di grosso. Aprire uno shop online all’inizio è come avere un piccolo negozietto in un vicolo cieco in un’area della città poco frequentata. Essere online è il meno: il più è sapersi promuovere. Ecco perché le piattaforme sono la soluzione migliore. Esse garantiscono un’attività quotidiana di posizionamento dei prodotti, mobile oriented, con strategie mirate attivate da professionisti del settore e-commerce. Possiedono un database di immagini consone alla vendita, un meccanismo SEO consolidato ed efficiente. Inoltre le piattaforme si possono permettere continue campagne mirate sui canali social e non solo per aumentare gli ingressi e la visibilità in rete.
Se si riesce a mettere da parte lo scetticismo, anch’esso tipico italiano, e si valorizza di più la parola "fiducia" si possono ottenere grandi vantaggi dagli acquisti online.
Innanzitutto sono le piattaforme di vendita le prime che mantengono alto il controllo di qualità del prodotto e la serietà delle aziende fornitrici. Ne va anche della loro reputazione che è sempre fondamentale. Inoltre si possono acquistare prodotti impossibili da trovare nelle altre forme di vendita dei prodotti alimentari. In molti casi la vendita è diretta dei singoli produttori. In questo modo si mantengono freschi i prodotti in arrivo e soprattutto si mantiene inalterata una filiera produttiva cortissima. Pur essendo a centinaia di chilometri di distanza, a volte, una mozzarella di bufala campana dop proveniente da un caseificio del Cilento il giorno dopo la sua produzione, sembra più “km 0” di tanti altri pseudo-annunci troppe volte poco veritieri.
Per finire, i dati della vendita online dei prodotti tipici italiani nei settori grocery ed enogastronomia sono decisamente sorprendenti a testimoniare il fatto che le generazioni dei Millennials e anche le precedenti ormai hanno dato fiducia alla rete e agli operatori che vi operano. Inoltre la logistica ha fatto passi da gigante e le consegne sono ormai diventate un elemento che non lascia più scontenti o allarmati durante l’attesa del pacco.
Bernardo Pasquali
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