La birra artigianale in Italia e nel mondo non è più solo una moda. Anzi a voler essere puntigliosi, la birra nasce prima come artigianale e solo in un secondo momento, con l’arrivo dei grandi marchi, si trasforma un business industriale. Oggi grazie al lavoro e alla grande passione di numerosi micro-birrifici la birra artigianale sta vivendo un momento di grande crescita, sia nei numeri che nella qualità. Scopri assieme a noi la storia della birra artigianale, cosa la differenzia da quella industriale e quali sono le migliori bottiglie.
La birra è uno dei prodotti più antichi della civiltà. Gli storici ritengono che la sua nascita possa essere avvenuta nel 10.000 Avanti Cristo e sono sicuri che già a partire dal 4000 Avanti Cristo, fosse presente in Europa poiché ne sono stati trovate delle prove in vari paesi del Continente.
A seconda del Continente, la birra veniva lavorata con diversi ingredienti. I cinesi elaboravano una birra denominata “Kiu” utilizzando orzo, frumento, farro, miglio e riso. Nel centro e sud America, utilizzavano mais invece dell’orzo.
Allo stesso modo, nell’antica Britannia veniva prodotta la birra utilizzando come base del frumento malto, prima che i Romani introducessero l’orzo.
Nel Medioevo in Belgio i monaci affinavano il processo di produzione della birra quasi alla perfezione e istituzionalizzavano l’utilizzo di luppolo per conferire alla birra il suo gusto amaro, favorendone la conservazione.
Nei paesi nordici con climi molto freddi come la Germania o l’Inghilterra, l’orzo si coltiva molto meglio dell’uva, quindi la produzione di birra era migliore del vino, probabilmente questo è uno dei fattori che ha donato a queste zone la fame di essere le più grandi produttrici di birra al mondo.
In ogni caso, la birra è nata come prodotto artigianale. I piccoli produttori artigianali di birra possono considerarsi i successori di quei vecchi maestri che, senza tanta tecnologia e industria sono stati in grado di sviluppare una birra di alta qualità, originale e autentica.
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È consuetudine considerare il 1996 come l’anno di nascita della birra artigianale italiana. Si tratta di una data simbolica perché in quell’anno nacquero tre produttori capaci di influenzare profondamente l’evoluzione del settore: Baladin a Piozzo (CN), Birrificio Italiano a Lurago Marinone (CO) e Birrificio Lambrate a Milano. L’importanza di queste tre aziende è rimasta intatta per più di vent’anni: veri punti di riferimento nell’ambiente e riconosciute per il loro altissimo livello qualitativo.
Ma che cos’è la birra artigianale italiana? Ce lo dice una normativa del nostro Parlamento approvata nel 2016 secondo cui si definisce birra artigianale, «la birra prodotta da piccoli birrifici indipendenti e non sottoposta, durante la fase di produzione, a processi di pastorizzazione e microfiltrazione.
Si intende per piccolo birrificio indipendente un birrificio che sia legalmente ed economicamente indipendente da qualsiasi altro birrificio, che utilizzi impianti fisicamente distinti da quelli di qualsiasi altro birrificio, che non operi sotto licenza e la cui produzione annua non superi i 200mila ettolitri, includendo in questo quantitativo le quantità di prodotto per conto terzi».
Ed è notizia proprio di questi giorni quella relativa alla nascita del primo Consorzio di Tutela della birra artigianale italiana. Un organismo che servirà a garantire l’origine delle materie prime, dal luppolo all’orzo e la lavorazione artigianale contro la proliferazione di finte birre artigianali e l’omologazione dei grandi marchi mondiali. Altro scopo del Consorzio sarà quello di valorizzare la filiera produttiva locale, creando un rapporto più solido tra la bevanda artigianale e le materie prime, tra i piccoli produttori di birra ed i coltivatori di orzo, luppolo e altre materie prime complementari.
La birra artigianale è una birra preparata senza l’aggiunta di conservanti e viene prodotta in piccole realtà e in quantità sempre limitate. La birra artigianale non è pastorizzata, né filtrata ed è frutto della sperimentazione dei piccoli produttori. Gli aromi e i profumi sono importantissimi e una birra artigianale non è mai uguale ad un’altra, oltre a cambiare anche nel tempo.
La birra industriale è prodotta mediante un procedimento standard volto a creare una birra con un gusto sempre uguale e riconoscibile. Viene pastorizzata ovvero portata ad una temperatura di 60°C per circa 20 minuti. questo per poter garantire una conservazione più lunga e una standardizzazione del sapore. Questo perché il consumatore deve poter bere la stessa birra in diverse parti del mondo, senza che il gusto venga modificato. Lo stesso tipo di birra industriale deve anche avere anche un colore e un aspetto omogeneo e costante.
In un birrificio artigianale invece entrano in gioco altri fattori. Si sperimenta ogni volta e non si può garantire una standardizzazione del gusto. Il processo produttivo fa sì che si debbano necessariamente rispettare alcuni aspetti per la conservazione: la birra deve essere necessariamente tenuta a bassa temperatura e consumata fredda, vista l’assenza di conservanti.
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Genuine, gustose e italiane, le birre artigianali proposte su Spaghetti e Mandolino, sono prodotte da mastri birrai di eccellenza e pluripremiati. Sono fatte con materie prime di qualità che ne esaltano la fragranza, puntando alla realizzazione di un prodotto artigianale unico e inimitabile, con aromi che evocano sensazioni irriproducibili dalle grandi industrie della birra. Qualche esempio?
Tra le nostre birre ci sono i prodotti di Via dei Birrai, prodotti che sposano a pieno la filosofia vegana.
Come la birra Nectar, scura, doppio malto al miele di castagno di fermentazione alta e rifermentata in bottiglia, a tiratura limitata. Oppure Nebra, una birra ambrata a doppio malto, di alta fermentazione e rifermentata in bottiglia. E ancora la TRE+DUE, bionda leggera e speziata con molto luppolo di alta fermentazione e rifermentata in bottiglia. Non filtrata. Prodotto di tipo vegano.
Un altro importante prodotto è quello del Birrificio Sorrento: la birra Syrentum. Dall’attraente color dorato con schiuma abbondante, candida, pannosa e ben attaccata alle pareti interne del bicchiere.
Sempre del Birrificio Sorrento, un'altra birra ambrata è Minerva. Birra ad alta fermentazione dalla schiuma compatta, fine e di buona persistenza.
Per chi vuole qualcosa di diverso: birra alla quinoa di Altromercato, una Blond Ale senza glutine che non fa assolutamente rimpiangere le altre tradizionali birre. Date un'occhiata alle numerose birre artigianali italiane in vendita online sul portale!
Francesco Scuderi
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