Si dice oglio di oliva o olio di oliva? Ebbene sì, abbiamo voluto porre questo quesito per un motivo ben preciso: a quanto pare, la risposta non è scontata come potrebbe sembrare, e noi, curiosi come siamo, abbiamo voluto andare a fondo della questione per scoprirne i motivi.
Ciò che ci ha spinti a voler dare una tale definizione deriva dai risultati di ricerca Google: sono ben 5400 le ricerche mensili di "oglio di oliva", ma solo una è la parola chiave corretta: olio di oliva. Ecco perché abbiamo voluto intitolare questo articolo così: "Si dice oglio di oliva o olio di oliva", per rispondere al quesito, per ringraziare le keyword correlate, ma soprattutto per rendere giustizia al solo, unico ed inimitabile olio di oliva, il condimento italiano per eccellenza.
Per rispondere al quesito: "Si dice oglio di oliva o olio di oliva", si possono fare due distinte ipotesi.
La prima affonda le sue radici nella lingua italiana e soprattutto in riferimento ad una pronuncia particolare che risiede nella regione Toscana, ove parrebbe essere, in modo popolare e quotidiano, "oglio". Si tratta di una pronuncia rustica, dialettale, così come spesso accade che ci siano delle varianti di uno stesso termine da una zona all'altra; nondimeno sembrerebbe che la pronuncia "oglio" sia diffusa anche in altre regioni. Ovviamente, la grafia "colta" italiana rimane "olio", che in vernacolo rustico assume la pronuncia "oglio".
La seconda ipotesi riguarda un vero e proprio errore di grafia, in base al quale si scambierebbe il termine "olio di oliva" con "oglio di oliva", dove in realtà l'unico Oglio corretto in italiano sia il nome del fiume: l'Oglio è un affluente del Po che scorre in Lombardia, tra le province di Brescia, Bergamo, Cremona e Mantova.
In ogni caso, Google aiuta sempre le persone a trovare ciò che stanno cercando, anche quando non ricordano un nome esatto, offrendo risposte pertinenti alle loro richieste attraverso una certa assonanza, offrendo un suggerimento con la dicitura: "forse stavi cercando olio di oliva".
A questo punto, risolto l'arcano, rendiamo giustizia all'olio di oliva, in particolare all'olio extravergine di oliva che solo nel nostro Paese vanta ben 41 denominazioni DOP e una IGP riconosciute dall'Unione Europea.
Si dice olio di oliva, anzi, extravergine di oliva, quello ottenuto tramite estrazione dalle olive con metodi meccanici a freddo. Il nostro Paese è il secondo produttore a livello mondiale di olio di oliva, e di tale produzione ben due terzi è di olio extravergine. L'olio extravergine di oliva è una delle più note eccellenze italiane nel mondo, e da sempre arricchisce ogni nostro piatto, tutti i giorni sulla nostra tavola.
Una volta stabilito che si scrive olio di oliva e non oglio di oliva, vediamo quali sono le differenze tra olio e olio extravergine di oliva.
Intanto, entrambi sono estratti dalla prima spremitura delle olive, ma si differenziano per le caratteristiche organolettiche e per la percentuale di acidità. Esistono degli standard qualitativi ben precisi e definiti dalla normativa europea: l'olio extravergine di oliva deve presentare un'acidità non superiore allo 0,8% su 100 grammi, e deve essere prodotto a freddo, ovvero ad una temperatura massima di 28 gradi attraverso estrazione fatta con metodo meccanico. L'olio di oliva invece è una miscela composta da oli raffinati e vergini, il cui livello di acidità raggiunge l'1%. Ci sono anche altre tipologie di olio, come il lampante (acidità superiore al 2%), che non è commestibile, e il rettificato, un raffinato dell'olio lampante.
Naturalmente, solo l'olio extravergine di oliva è in grado di fornire caratteristiche organolettiche che lo rendono pregiato, gustoso e ideale per esaltare i cibi sulla nostra tavola, tutti i giorni.
L'olio extravergine di oliva è una eccellenza tutta italiana. Per garantirne la qualità, vengono effettuati dei test da un punto di vista chimico e dell'assaggio. Con il test chimico si verifica l'acidità, mentre l'analisi organolettica (panel test) viene effettuata da esperti nel settore e da enti preposti per confermare gli esiti dei test di laboratorio. Ci si basa sull'olfatto e sul gusto, dato che il colore non è determinante e può spesso trarre in inganno. Alla fine, il capo panel farà una media dei pareri degli assaggiatori e determinerà il livello qualitativo dell'olio di oliva che sarà extravergine, vergine, vergine corrente o lampante.
L'olio extravergine di oliva rappresenta il massimo livello di qualità, è gentile al gusto e lieve all'olfatto, è in grado di esaltare il sapore dei cibi senza coprirne il sapore, ed ha importanti caratteristiche nutrizionali, fondamentali per una dieta sana ed equilibrata.
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Antonella Iannò
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