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Découvrons la marque Il Verro : voici notre interview

L’azienda vitivinicola Il Verro è una cantina che ha alle basi della sua filosofia aziendale la valorizzazione del patrimonio vitivinicolo del territorio e la produzione di vini di qualità legati alle tradizioni.
Il Verro si trova in Campania alle pendici del Monte Maggiore nell’entroterra casertano.

L’azienda nasce nel 2003 su iniziativa dell’attuale unico proprietario Cesare Avenia, che, insieme ad altri suoi 4 amici, fondano la cantina Il Verro. Così, un pezzo di terra in dolce declivio, completamente invaso da rovi ed erbacce, è diventato il catalizzatore delle energie degli amici ormai desiderosi di ritornare ai valori solidi delle più antiche tradizioni della terra natale, dando vita ad un’iniziativa imprenditoriale ambiziosa con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio vitivinicolo del territorio e produrre vini biologici, artigianali nel rispetto assoluto delle caratteristiche dei vitigni autoctoni e dell’eco-sostenibilità.
Il Monte Maggiore, che domina da una parte il bacino ricco di acque minerali di Riardo e dall’altro la valle del Volturno, fin dai tempi dei Borboni era territorio di caccia al cinghiale della baronia di Formicola. Il nome dell’azienda nasce proprio da qui, da “u verru”: nome che i casertani davano al maschio del cinghiale.

Il Verro produce in agricoltura biologica circa 20.000 bottiglie frutto della lavorazione di 4 vitigni autoctoni: Pallagrello Bianco, Coda di PecoraCasavecchia e Pallagrello Nero. Il Verro, inoltre, ha riscoperto e iniziato un lavoro di valorizzazione dell’antico vitigno Coda di Pecora coltivato in passato nell’area d’elezione tra il Monte Maggiore e Roccamonfina, su cui da qualche anno sono in corso sperimentazioni. Ad oggi sono gli unici produttori che commercializzano in purezza vini da questo rarissimo vitigno.

A noi piacciono questi artigiani, questi produttori di prelibatezze uniche, certificate e pluripremiate: sono dei veri e propri tesori incastonati nella nostra Penisola tra mari e monti e nelle vie più sperdute di borghi e campagne. Noi non ci soffermiamo a vivere solo i loro prodotti, ma vogliamo scoprire più da vicino i protagonisti di questo brand. Ecco perché abbiamo mandato alcune domande a chi gestisce la comunicazione con noi.

Resta con noi a conoscere Il Verro: leggi le risposte!
 

  • Con chi stiamo parlando?
    Sono Cesare Avenia, Proprietario e Amministratore Unico.
     
  • L’azienda è a conduzione familiare? In che anno è nata l’azienda e chi è stato il fondatore?
    L'azienda non è a conduzione familiare e il suo anno di nascita è il 2003.
     
  • Chi fu il fondatore e qual è stata la sua formazione o qual è il ramo lavorativo e professionale da cui proveniva se diverso dall’attuale?
    Nel 2003 ho fondato la società insieme ad altri 4 amici compagni di liceo. Sono ingegnere elettronico e mi sono sempre occupato di telecomunicazioni ricoprendo ruoli di alto livello manageriale in aziende multinazionali.
     
  • Qual è il vero motivo o il fatto scatenante che sta dietro alla nascita di questa azienda e quando è avvenuto?
    A partire dagli anni '90, girando per il mondo ho avuto l’opportunità di apprezzare il mondo del vino che mi ha spinto a valorizzare i vitigni autoctoni del mio territorio di origine.
     
  • Qual è il vostro rapporto con la terra d’origine e la sua tipicità? E perché le volete raccontare con i vostri prodotti?
    Sono da sempre legato alla mia terra d’origine: viaggiavo molto, ma quando tornavo la cosa più bella è sempre stata quella di apprezzare le tipicità della mia terra, quali la mozzarella di bufala, la mela annurca e i vini locali da vitigni autoctoni.
     
  • Qual è stato il primo prodotto che avete creato?
    Il primo prodotto è stato il Verginiano ottenuto da uve di pallagrello bianco in purezza, così denominato in omaggio ai frati verginiani già presenti nel Comune di Formicola nei primi del Settecento.
     
  • Qual è il prodotto che oggi, invece, ritenete “di punta”?
    Lo Sheep, vino bianco ottenuto da uve denominate “coda di pecora” dai contadini locali, non ancora riconosciuto ufficialmente nell’elenco dei vitigni autoctoni nazionali, ma studiato e già menzionato dal Frojo nel manuale di agronomia di fine 800, oltre che inserito con il proprio DNA nella banca dati dei vitigni italiani. Siamo gli unici produttori a commercializzare questo antico vitigno che stiamo così valorizzando e recuperando.
     
  • E qual è il prodotto che nell’intera storia dell’azienda ha portato con sé maggiormente il cuore pulsante, la filosofia e l’anima dell’azienda stessa?
    Sempre lo Sheep in quanto la filosofia della nostra azienda è valorizzare i vitigni autoctoni di terra di lavoro e la coda di pecora rappresenta un vitigno tutto da scoprire.
     
  • Parliamo di oggi: quanto si è ingrandita l’azienda dal giorno della sua nascita? Possiamo avere qualche numero?
    Quando abbiamo iniziato con la prima vendemmia del 2008, avevamo solo 2 ettari vitati per una produzione di 8000 bottiglie. Attualmente l’azienda ha 15 ettari di proprietà di cui 5 ettari vitati e una produzione media di 25000 bottiglie.
     
  • In questo momento: più tradizione o più innovazione?
    Sono convinto che per mantenere viva la tradizione occorre sempre investire in innovazione dei processi produttivi nel rispetto della sostenibilità ambientale ed ecologica, per questo abbiamo fin dall’inizio coltivato i vigneti secondo i disciplinari biologici e manteniamo l’impegno ad usare tutte le innovazioni tecnologiche che consentono di ridurre il consumo di acqua ed energia. 
     
  • Qual è stata l’evoluzione più importante dell’azienda per farla arrivare a quello che è oggi?
    Grande coerenza nel progetto e nell’adozione della filosofia iniziale del biologico e la collaborazione con l’enologo Vincenzo Mercurio che condivide la stessa filosofia.
     
  • Parlando invece del futuro: quale domani aspetterà l’azienda? C’è in programma qualche cambiamento o qualche nuovo processo evolutivo?
    Sì, prevediamo, anche con la collaborazione del Professor in Agraria Giancarlo Moschetti dell’Università di Palermo, di selezionare lieviti indigeni dei nostri vitigni per una fermentazione sempre più naturale.
     
  • Avete in programma di creare nuovi prodotti?
    Sì, prevediamo di aggiungere alla nostra linea di prodotti uno spumante prodotto con metodo classico.
     
  • Avendo puntato su Spaghetti & Mandolino, quanto è importante per voi la vendita online, qual è stato il vostro rapporto in passato con questo canale di vendita e come lo vedete nel futuro?
    Per noi è importante la multicanalità per raggiungere la più ampia tipologia di nostri clienti. Abbiamo da sempre ritenuto importante questo canale, ma evidentemente con la situazione epidemica questo canale è diventato ancor di più fondamentale. 
     
  • Valore: qual è stato, qual è oggi e quale sarà in futuro per la vostra azienda?
    Realizzare prodotti di alta qualità legati al territorio e alle tradizioni viticole locali nel rispetto della sostenibilità ambientale.
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