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Découvrons la marque Ciberie : voici notre interview

Ciberie nasce nel 2017 da un'idea di Francesco Donadini. Ciberie però è molto di più che una semplice azienda o un brand: è passione e amore per il territorio, originalità e autenticità.

Ciberie nasce come un progetto innovativo che possiamo definire come PDE, ovvero Piccola Distribuzione Evoluta, con un obiettivo principale: far arrivare ai clienti giusti i prodotti di eccellenza dei piccoli produttori artigianali della migliore gastronomia italiana. Una realtà che nasce con l'intento di avvicinare i piccoli produttori d'eccellenza e la distribuzione retail.

L'obiettivo che si pone Francesco è quello di favorire lo sviluppo di una rete organizzata di luoghi del cibo, di punti vendita che esaltino le eccellenze agroalimentari italiane e che, allo stesso tempo, vogliano fornire ai propri clienti dei prodotti di qualità, del cibo naturale, genuino e spiccatamente territoriale.

Ciberie si potrebbe riassumere citando le "5T" principi ispiratori dell'Accademia che Francesco stesso ha fondato: Territorio, Tradizione, Tipicità, Trasparenza e Tracciabilità. Infatti le Box di prodotti che Ciberie va a selezionare e a confezionare, lo Scrigno delle Rarità, sono la soluzione perfetta per chiunque ricerchi nel cibo la perfetta combinazione tra genuinità, sostenibilità e trasparenza.

A noi piacciono questi artigiani, questi produttori di prelibatezze uniche, certificate e pluripremiate: sono dei veri e propri tesori incastonati nella nostra Penisola tra mari e monti e nelle vie più sperdute di borghi e campagne. Noi non ci soffermiamo a vivere solo i loro prodotti, ma vogliamo scoprire più da vicino i protagonisti di questo brand. Ecco perché abbiamo mandato alcune domande a chi gestisce la comunicazione con noi.

Resta con noi a conoscere Ciberie: leggi le risposte!
 

  • Con chi stiamo parlando?
    Francesco Donadini, food-hunter e creatore di Ciberie la rete del buon cibo!
     
  • L’azienda è a conduzione familiare? In che anno è nata l’azienda e chi è stato il fondatore?
    Ciberie è stata creata nel 2017, è un brand, una parola nuova del vocabolario, creata dal sottoscritto che si è occupato di comunicazione dal 1976 per poi scoprire a fine secolo scorso l’importanza del cibo sano e di qualità, dando vita all’Accademia delle 5T nel 2004, editando la rivista Sapori d’Italia dal 2008 al 2015 e poi creando il brand Ciberie per mettere insieme i prodotti a filiera colta, etichetta corta, km vero e chimica zero con i negozianti più attenti ai loro clienti e gestori dei nuovi locali ibridi (negozi con la tavola o ristori con la bottega).
     
  • Chi fu il fondatore e qual è stata la sua formazione o qual è il ramo lavorativo e professionale da cui proveniva se diverso dall’attuale?
    Il percorso è stato lungo ed è passato attraverso altre esperienze di successo, sempre legate al food-hunting e alla cultura del cibo di qualità. Nel 2005 ho fondato l’Accademia delle 5T (Territorio, Tradizione, Tipicità, Trasparenza, Tracciabilità) allo scopo di mettere insieme piccoli produttori artigiani e offrire loro un servizio di comunicazione che potesse dar visibilità al loro lavoro e farli conoscere in fiere e manifestazioni. Nel 2008 ho acquisito la rivista “Sapori d’Italia”, avventura durata fino al 2015, quando la crisi dell’editoria ha costretto a fermare il progetto. Nel periodo di attività, sono usciti ben 43 numeri.
     
  • Qual è il vero motivo o il fatto scatenante che sta dietro alla nascita di questa azienda e quando è avvenuto?
    Ciberie, con il senno di poi, sembra nata quasi per “caso”, mentre è il frutto di un lavoro certosino di attenzione all’ambiente, alla società, a tutto “il bicchiere mezzo pieno” che ci attornia, ma non vediamo per superficialità e banalità. Non è un progetto imprenditoriale studiato a tavolino, non è marketing, ma solo esperienza, ascolto, osservazione, ammirazione per quanta brava gente c’è e fa il lavoro per tutti, fa stare bene tutti senza fare rumore. La mia idea di un negozio “ibrido” l’ho provata davvero nel 2015, a Milano, come iniziativa contro corrente all’EXPO, il parco del cibo, quando assieme ad un architetto appassionato di cucina mi fu proposto di occuparmi del negozio, della selezione dei produttori, della formazione dei banconieri, dello stile di comunicare il prodotto d’eccellenza, diverso, genuino, da raccontare al ristorante, alla caffetteria, al bar, all’enoteca, ai clienti, e scoprendo la possibilità di acquistare al banco ciò che consumavano nel piatto. Lo spirito della degustazione raccontata favorisce lo scaffale, perché lo scaffale non parla mentre il piatto sì. Così avviammo un locale multifunzionale in quartiere Isola che potesse, oltre a vendere, “capire” il prodotto e avesse la possibilità di proporlo ai clienti direttamente nel piatto, facendone gustare e apprezzare la qualità e la naturalità e che, facendo rete, contribuisse a far conoscere il lavoro dei produttori artigiani.
     
  • Qual è il vostro rapporto con la terra d’origine e la sua tipicità? E perché le volete raccontare con i vostri prodotti?
    Per Ciberie è importante far scoprire che conservare e valorizzare la biodiversità è una ricchezza utile e necessaria per fare buona economia. La ricchezza del patrimonio agroalimentare italiano è stata a lungo inosservata. Siamo molto attenti alla peculiarità dei prodotti e alla loro alta qualità intrinseca, fatta di innovazione e tradizione. La tradizione è il massimo dell’innovazione che ci ha preceduto. Quindi conoscere la tradizione è necessario per poter fare innovazione. Ammirare i racconti della aziende produttrici, che hanno saputo fare della sostenibilità, della tutela della biodiversità, dell’attenzione all’ambiente, la loro missione di vita ha consentito a tutti noi di disporre oggi di un paesaggio incantevole da godere e di molteplici prodotti per una sana dieta mediterranea, un patrimonio dell’umanità! Il motto di Rete Ciberie è: prodotti a filiera CORTA, etichetta CORTA, km VERO e chimica ZERO!
     
  • Qual è stato il primo prodotto che avete creato?
    Più che “primo prodotto”, essendo Ciberie una rete di selezione e distribuzione, il primo prodotto è stato un servizio, non è un gioco di  parole, ma il servizio è un prodotto immateriale. Quindi ol primo è stata l’idea del negozio ibrido che facesse cultura del cibo proponendo eccellenze di alta qualità sullo scaffale e nel piatto. Idea che si è concretizzata nel 2015 con “Cum Grano Salis” (risto-bottega-barcaffetteria-enoteca) a Milano; quell’idea ha fatto sbocciare l’intuizione di una rete di punti simili, la rete del buon cibo del network Ciberie e del sistema della piccola distribuzione evoluta (PDE), per mettere insieme il piccolo produttore e i negozi adeguati alla qualità delle sue produzioni.
     
  • Qual è il prodotto che oggi, invece, ritenete “di punta”?
    La Rete Ciberie è in divenire, nel tempo si amplia a monte, con l’adesione di altri produttori, che propongono sapori, gusti e aromi particolari, che portano nuova intelligenza in agricoltura e affrontano con coscienza l’impatto ambientale e la salute del cliente. La natura ci ospita e ci mette a disposizione microclimi fertili e diversi. Tutti i prodotti del catalogo Ciberie sono eccellenze, tutti sono prodotti “di orgoglio e passione”!
     
  • E qual è il prodotto che nell’intera storia dell’azienda ha portato con sé maggiormente il cuore pulsante, la filosofia e l’anima dell’azienda stessa?
    Senza dubbio, la nuova proposta chiamata Box-Ci. È un servizio concretizzatosi da settembre 2020 con l’uscita della prima edizione/confezione. Box-Ci, scatola di Ciberie, denominato anche “lo Scrigno delle Rarità” è una confezione contenente 6 prodotti selezionati personalmente, con cadenza mensile. Non come una rivista mensile, ma con lo spirito di un viaggio del gusto e nel gusto che ogni mese propone 6 sfiziosità o squisitezze d’Italia. Questo permette a chi la riceve di scoprire nuovi gusti, conoscere sapori nuovi, ritrovare quelli del tempo, condividere con gli amici sereni momenti di gusto. Ogni Box-Ci contiene un opuscolo in cui vengono raccontati i singoli prodotti, le aziende protagoniste e il territorio che accoglie la loro presenza. Box-Ci offre un’esperienza sensoriale completa, a ogni boccone.
     
  • Parliamo di oggi: quanto si è ingrandita l’azienda dal giorno della sua nascita? Possiamo avere qualche numero?
    È una start-up, una pianta giovane che cresce in un mondo che sta soffrendo una pandemia mondiale, che ha bisogno di un grande cambiamento di attenzione verso l’ambiente, la pace e la giustizia. Come food-hunter ho un bagaglio di esperienza ventennale, di contatti e relazioni puntuali con centinaia di produttori e ora oltre 100 punti rete Ciberie. Il catalogo dedicato alla rete delle Ciberie quest’anno supererà le 2000 referenze, di circa 200 piccoli produttori d’eccellenza.
     
  • In questo momento: più tradizione o più innovazione?
    Sono due parole che vivono insieme, come i binari, una non esclude l’altra: anzi è la base per il valore dell’altra. Come citato in precedenza la tradizione è il massimo dell’innovazione che ci ha preceduto. Penso questo possa essere un pensiero condiviso perché nasce dall’ascolto e confronto con molti operatori del settore.
     
  • Qual è stata l’evoluzione più importante dell’azienda per farla arrivare a quello che è oggi?
    È stato il nome: Ciberie. Nel paese del cibo ci sono le pizzerie, le gelaterie, le pasticcierie, le macellerie, le birrerie, ecc., mancavano le Ciberie, i luoghi del buon cibo!
     
  • Parlando invece del futuro: quale domani aspetterà l’azienda? C’è in programma qualche cambiamento o qualche nuovo processo evolutivo?
    La novità principale è che sto valutando un possibile allargamento all’estero, in collaborazione con alcuni distributori francesi e sto ricevendo richieste anche da altri paesi esteri, non solo europei.
     
  • Avete in programma di creare nuovi prodotti?
    Siamo sempre sull’attenti! Questo è il momento della riflessione e del cambiamento. Quindi stiamo cercando di lavorare sull’organico, sulla motivazione delle persone, perché il progetto è sempre più impegnativo e il mondo del retail deve trovare nuovi valori e quindi un nuovo modo di presentarsi al cliente. Imparare a coniugare online e offline come facce di un'unica porta con il cliente è il nostro pensiero massimo.
     
  • Avendo puntato su Spaghetti & Mandolino, quanto è importante per voi la vendita online, qual è stato il vostro rapporto in passato con questo canale di vendita e come lo vedete nel futuro?
    Ho avuto il primo sito web nel 1994! La pandemia ha costretto tutti a confrontarsi con l’online, i bigdata nascono per fare affari e l’abbiamo constatato. La globalizzazione ha aperto infinite possibilità, ma ora è il momento di dare valore, non di svendere. Dare valore all’ambiente, passare dall’estensivo all’inclusivo, al prodotto che costa ma che vale perché è sostenibile e non distrugge energia e risorse. La consapevolezza del meno trova spazio. Meno errori, meno sprechi, meno attriti, meno conservanti, meno veleni, meno spazzatura, meno energia per fare… e dall’altra parte più rete, più partecipazione, più cultura, più buon cibo, più osservazione, più passione e più attenzione a se stessi e agli altri. Questo è il valore che tutti desideriamo, ora diventa necessario fare pratica. La vendita online è uno strumento intelligente, la logistica del pacco ha portato un’accelerazione di consapevolezza e comfort, ma come tutte le attività ci sono momenti di sviluppo e per consolidarsi ritengo avrà bisogno di un’integrazione con i luoghi che la fisicità del buon cibo richiederanno. Un utilizzo degli algoritmi per convergere nella consegna a domicilio potrebbe prevedere dei punti fisici presidiati e autorevoli per evitare una dispersione costosa dei flussi di consegna, orientandoli nei negozi esperienziali come cercano di essere i punti della rete Ciberie.
     
  • Valore: qual è stato, qual è oggi e quale sarà in futuro per la vostra azienda?
    Sono stato un pioniere osservando l’evoluzione del retail e prospettando il progetto Ciberie come nuovo sistema di servizio retail capace di sviluppare una nuova economia che parte dal territorio e dalla realtà di eccellenza dell’agroalimentare italiano. Come scrivevo nelle risposte precedenti coniugare online e offline è il futuro prossimo. Vedremo insieme come progressivamente farlo!
S&M  - autoreS&M



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