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Champagne: dalla Francia ecco il famoso vino re delle bollicine mondiali

Quando si sente parlare di vino e di bollicine, in tutto il mondo il pensiero corre subito ad un prodotto speciale, sinonimo di lusso e festa: la bottiglia di champagne. Vino spumante metodo classico che arriva dalla Francia, il suo nome storico deriva dalla provincia dello Champagne, posizionata nella regione francese del Grande Est, dove il vino è prodotto. Scopri con noi di Spaghetti & Mandolino, la storia dello champagne, chi è l’inventore, come si fa, con che cosa abbinarlo e come apprezzarlo al meglio in ricette di cucina.

 

Champagne: storia di questa famosa bottiglia

Lo champagne è uno dei pochi vini che può vantare un inventore riconosciuto. Si tratta dell’abate benedettino Dom Pierre Pérignon. Se la certezza è che questo monaco sia stato colui che ha dato vita allo champagne, è più complicato capire come ha fatto. Su come sia arrivato a creare le sparkling più famose e apprezzate al mondo, esistono infatti versioni differenti.

E allora come è cominciata questa vicenda di bollicine? La storia dello Champagne e dei vini frizzanti ha inizio nell'Abbazia di Hautvillers, una delle più vecchie abbazie benedettine del mondo. La regione dello Champagne era in passato, ed è oggi, una delle località selezionate ad altitudini elevate in cui si coltivano le uve pregiate per la vinificazione.

I vini prodotti nella regione dello champagne furono per molto tempo i preferiti dai re di Parigi. Pensate che fino al 1500, i vini dello Champagne erano senza bollicine e in concorrenza con quelli della Borgogna, altra zona rinomata per i suoi vini.  
 

Vero la fine del 1500, i cambiamenti climatici portano grosse novità e con essi, senza rendersene conto nacque lo champagne, un generato da più fermentazioni e con una leggera effervescenza.

Pensate che l’aristocrazia lo snobbò, attribuendo alle bollicine un segno di cattiva vinificazione. E così furono secoli duri per lo champagne fino al 1668 quando, inviato dalla chiesa cattolica, arrivò Don Pierre Pèrignon. Aveva il compito di risolvere il problema delle bollicine e di produrre vini fermi (non frizzanti) come quelli che i viticoltori dello champagne ottenevano con tanto successo in passato.

Il monaco benedettino, in qualità di nuovo capo cantiniere dell'Abbazia di Hautvillers, incominciò così a sviluppare diversi metodi per ridurre l'effervescenza.

Ma proprio mentre  Dom Pérignon si sforzava di eliminare le bollicine, il gusto incominciava a cambiare e il “vino frizzante” una moda.  Anche i membri della corte reale di Versailles cominciarono ad apprezzare le bollicine nel loro vino. Alla fine del XVII secolo perciò fu ordinato a Dom Pérignon di invertire i suoi sforzi e di sviluppare metodi per incrementare l’effervescenza nel vino per giungere alla creazione dello Champagne come lo conosciamo oggi.

 

Qual è il miglior champagne sul mercato e quanto costa?

Difficile o quasi impossibile rispondere ad una domanda del genere. I gusti sono diversi da persona a persona e così quello che ci si può limitare a fare e dire quali sono i più famosi! In questo senso a primeggiare, soprattutto in termini di champagne più costoso possiamo citare ad esempio: Moët, Cristal, Dom Perignon, Krug e Ruinart.

Il Cristal in particolare, è la punta di diamante della maison Louis Roederer, nato nel 1876 per soddisfare il gusto esigente dello Zar Alessandro II. Pensate che prende vita solo nelle grandi annate, quando le uve chardonnay e pinot nero che lo compongono sono perfettamente mature.

Nel caso di queste grandi cantine stiamo parlando di champagne il cui costo a bottiglia passa i 200 euro e arriva anche a migliaia di euro in alcuni casi.

Questo non significa però che non si possano trovare ottime bollicine di champagne, acquistabili anche online, a prezzi più accessibili, anche sotti i 50 euro.

 

Champagne: le bollcine italiane che non hanno nulla da invidiare

Qualcuno potrebbe chiedersi a torto o ragione, ma esiste lo champagne italiano? La risposta è no. Non solo con il nome champagne, che si riconduce come già detto alla regione francese d’appartenenza ed è un nome tutelato. Con champagne italiano si intende quindi chiaramente lo spumante ottenuto dalla spumantizzazione del vino, in modo più o meno simile al famoso effervescente d'oltralpe.

È il caso del Prosecco e dei Franciacorta, ormai riconosciuti internazionalmente come ottimi prodotti, ma soprattutto italiani. Se per l'Asti spumante la notorietà era arrivata già dagli anni 50 del Novecento, per Lombardia e Veneto, l'identità tra nome e prodotto riconoscibili dalla sua terminologia è arrivata dopo ma oggi  fa parte del patrimonio nazionale e della notorietà globale. Tra le bollicine che stanno godendo di molto prestigio negli ultimi anni c’è anche il Durello che nasce tra i colli vicentini e veronesi, fatto con l’uva Durella.


Champagne: abbinamenti e usi in cucina

Nonostante sia considerato un vino esclusivo e molto costoso, lo champagne viene utilizzato non di rado in diverse ricette. Lo champagne si presta bene a essere utilizzato in cucina quando avanza da occasioni particolari e non è possibile conservarlo, in questi casi è molto utile e intelligente utilizzarlo per qualche ricetta sfiziosa.

ll piatto più classico in assoluto è il risotto allo champagne che dona un gusto particolare a un piatto davvero comune. Le varianti sono davvero tante ma hanno tutte in comune l’utilizzo abbondante di champagne per realizzare il brodo di cottura del riso. In alcuni casi il piatto viene arricchito con gli scampi. Altro abbinamento famoso sono le ostriche e champagne, anche se c’è da dire che con il pesce, cotto o crudo che sia, lo champagne fa sempre la sua bella figura.

Abbiamo poi una grande varietà di Champagne millesimati ovvero prodotti solo con uve di una precisa annata e che possono essere caratterizzati da una buona struttura. Questa loro caratteristica li rende adatti per abbinamenti con secondi piatti a base di carne, come l’agnello, e addirittura con la cacciagione.

Con i dolci lo Champagne si trova davvero a suo agio. In questo caso lo Champagne più appropriato è certamente il Demi Sec, tipico vino da fine pasto. I dessert e la pasticceria sono l’ideale per gustare questo vino. Ad esempio, i biscotti come i cantucci sono perfetti.

Francesco Scuderi

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