Spaghetti: il sinonimo della felicità a tavola. La pasta per eccellenza, l’emblema dell’Italia in cucina. Quando si parla di spaghetti, si richiama immediatamente un sorriso; è sinonimo di famiglia, e di casa. Gli spaghetti sono prodotti con semole di grano duro e acqua; dalla classica forma lunga, sottile, di sezione tonda, sono inconfondibili anche se spesso confrontati con i vermicelli, trafilati con un calibro maggiore.
Spaghetti storia: il primo riferimento scritto della pasta essiccata in Italia, oltre che dell’esistenza di tale industria, si ritrova nella descrizione tramandata da Idrisi al tempo di Ruggero II, risalente nel XII secolo.
Nel libro di Ruggero pubblicato nel 1154, Idrisi descrive Trabia, un paese vicino Palermo, dove si produceva una pasta a forma di fili leggermente arrotondati. Nell’epoca romana la produzione si è evoluta, prendendo il nome prima di vermicelli e poi di spaghetti. Al tempo la pasta era nota con il più generico nome di Itrya, che significava “massa filiforme e tondeggiante”. La Itrya era oggetto di un florido commercio in tutta l’area del Mediterraneo.
All’inizio del XIX secolo a Napoli iniziò la meccanizzazione del processo di produzione, dando avvio ad un impero che non ha bisogno di ulteriori presentazioni: gli spaghetti sono amati in Italia e in tutto il mondo, sinonimo di semplicità e versatilità di preparazione.
Chi ha inventato gli spaghetti è una domanda a cui non si è in grado di dare una risposta precisa. Le interpretazioni sulle fonti storiche sono diverse, e probabilmente la più diffusa è quella sul semplice utilizzo del frumento come risorsa naturale conosciuta da circa 10.000 anni.
Dal frumento si ricavava la farina che veniva impastata con l’acqua; poi veniva cotta sulla pietra o in acqua bollente, per ottenere la pietanza nota a tutti. Come sostenuto da alcuni storici, non sarebbe corretto far risalire l’introduzione degli spaghetti al 1295, a seguito del viaggio di Marco Polo dalla Cina. Questo perché l’Italia ne faceva già uso. Di sicuro gli spaghetti cinesi erano a base di soia, in quanto il frumento lì non era conosciuto, mentre in Italia da sempre il popolo si sfamava grazie al frumento.
Esiste infatti un testo del XII, anteriore all’impresa di Marco Polo, che accenna ad un piatto di vermicelli come pasta di grano a forma di fili sottili, prodotta nelle vicinanze di Palermo, probabilmente di origine araba. Si può affermare che gli spaghetti cinesi e quelli italiani siano indipendenti, mentre i nostri spaghetti di farina di frumento potrebbero essere d’invenzione araba. Rimane il fatto che si sono rapidamente diffusi in Italia, con il successo noto a tutti.
Spaghetto, il filo dorato a cui si lega una delle sensazioni più piacevoli: il gusto tenero ed equilibrato della natura, con la sapienza della cucina italiana. “Tu mi privi della gioia dello spaghetto”, diceva il rag. Ugo Fantozzi nel film Fantozzi – Il ritorno. Lo spaghetto è stato oggetto di citazioni letterarie, protagonista sulle tavole anche nei film e a teatro.
Esiste una vasta documentazione che illustra lo spaghetto nel cinema, a partire da Totò nel film “Miseria e nobiltà”, in cui gli spaghetti finiscono nelle tasche del protagonista mosso dalla fame. Anche Alberto Sordi omaggia lo spaghetto in “Un americano a Roma”, in una scena in cui si trova davanti ad un sontuoso piatto di spaghetti molto conditi.
E poi Spaghetti & Mandolino: qua non potevamo che inserirci una citazione a noi stessi: semplici, tradizionali, magari anche popolari ma sicuramente affidabili e di aiuto per tutte le persone (in cucina). In nostro motto nasce anche da lì, dall'utilizzare il termine spaghetti per raccontare che l'Italia è anche questa, soprattutto all'estero.
Per una buona spaghettata servono degli spaghetti di qualità! Vi presentiamo alcuni prodotti top, icone indiscusse della cucina italiana, come gli spaghetti di semola di grano duro di Gragnano qualità extra. Mulino di Gragnano propone la versione classica di semola di grano duro, a listarelle lunghe e sottili, dalla caratteristica sezione tonda. Realizzati con il miglior grano pugliese, con la trafila al bronzo si assicura la porosità degli spaghetti, che esalta il sapore del piatto. L’essiccazione è lenta e a bassa temperatura, per preservare le caratteristiche del grano e la tenuta in cottura. Non serve molto per esaltarne il sapore: sughi semplici come pomodoro e basilico, il classico aglio, olio e peperoncino, o la tradizionale carbonara.
Gli spaghetti Felicetti monograno Senatore Cappelli sono prodotti partendo da un’accurata selezione di materie prime biologiche, connubio tra terre trentine e pugliesi. Il grano di Matera è uno dei migliori in assoluto da un punto di vista nutrizionale, in quanto ricco di proteine altamente digeribili. Non servono grandi condimenti per arricchire il piatto: la semplicità di un sugo al pomodoro e basilico esalterà il sapore naturale e semplice del grano più buono d’Italia.
Il pastificio Felicetti propone anche gli spaghetti di grano duro integrale biologico, con tutti i benefici della pasta integrale, per creare primi piatti ricchi di gusto e di salute. Il sapore? Indimenticabile, rotondo e naturale.
Per un buon piatto di spaghetti non serve molto: la cucina italiana è ricca di idee legate alla tradizione. Un esempio per tutte: gli spaghetti alla carbonara. Come farli nel modo giusto? Ecco la ricetta! Procuratevi gli ingredienti: 320 grammi di spaghetti, 150 grammi di guanciale, 6 tuorli di uova medie, 50 grammi di pecorino romano, sale e pepe quanto basta. Mettete a bollire l’acqua salata per cuocere la pasta. Nel frattempo eliminate la cotenna dal guanciale e tagliatelo a striscioline di circa 1 cm di spessore. Versate i pezzetti in padella e rosolate per 15 minuti circa a fiamma media.
Versate i tuorli in una ciotola e aggiungete la gran parte del pecorino. Insaporite con il pepe e amalgamate tutto con una frusta a mano. Per diluire, aggiungete un cucchiaio di acqua di cottura della pasta. Mescolate, amalgamando bene tutto.
Scolate la pasta al dente nel tegame con il guanciale e saltatela brevemente per insaporirla. Togliete dal fuoco e versate il composto di uova e pecorino nel tegame. Mescolate bene per amalgamare. Se necessario, aggiungete poca acqua di cottura della pasta per favorire la cremosità. Servite subito gli spaghetti spolverando su ogni piatto un po' del pecorino lasciato da parte e una spolverata di pepe macinato.
Assaporiamo anche un altro piatto della tradizione: gli spaghetti alle vongole. Per prepararli serviranno 320 grammi di spaghetti, 1 kg di vongole, uno spicchio d’aglio, prezzemolo, olio, pepe e sale. La prima cosa da fare è occuparsi della pulizia delle vongole. Assicuratevi che non ci siano gusci rotti e battetele su un tagliere per eliminare la sabbia. Ponetele in un colapasta e sciacquatele bene. Ponetele in una ciotola e aggiungete del sale grosso. Lasciate in ammollo per un paio d’ore. Questa operazione favorirà lo spurgo di eventuali residui di sabbia.
Scaldate dell’olio in un tegame, aggiungete l’aglio e dopo aver sciacquato e scolato le vongole mettetele nel tegame. Chiudete con un coperchio e cuocete per qualche minuto. Quando le vongole saranno tutte aperte, la cottura sarà ultimata. Cuocete gli spaghetti e scolateli a metà cottura. Metteteli nella padella con il condimento con un po' d’acqua bollente e terminate la cottura. Unite il prezzemolo tritato e servite subito.
Le ricette più note sono quelle dei sapori tradizionali, normalmente con salsa di pomodoro, oppure in bianco con formaggio grattugiato. Il basilico è uno degli elementi fondamentali per gli spaghetti con il sugo, in quanto conferisce al piatto un profumo inebriante e invitante.
Spaghetti: sono loro i protagonisti della cucina italiana, da esaltare come vuole la tradizione.
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