Scopriamo il brand Arudi Vermouth & Bitters: ecco qui la nostra intervista

La Arudi Vermouth & Bitters è il frutto della grande passione di Max e Mirna Bernardini, liquoristi per vocazione e per professione.
Il caso ha voluto che, dopo essersi appassionati alla storia della Premiata Fabbrica Liquori e Vermouth Martino Balbo, trovassero tra antichi documenti, etichette ed altri memorabilia un raro libro di liquoristica, pubblicato nel 1923, ad opera di Giulio Arudi, un aromatiere, che raccoglieva la summa del sapere sulla liquoristica del periodo.

Le ricette originali del Vermouth classico e del Bitter sono state attualizzate e oggi vengono riproposte rendendo onore all’autore del libro. È così che nasce l’idea di riportare in vita la ricetta del Vermouth classico che torna così sul mercato rendendo omaggio a uno dei prodotti più tradizionali dell’antica Torino.

La Arudi Vermouth & Bitters offre tre versioni del Vermouth di Torino, il Rosso, il Bianco e il Dry, oltre a un Bitter dall’inconfondibile colore rosso rubino. Il Vermouth è un vino aromatizzato davvero unico nel suo genere, inconfondibile e versatile.

A noi piacciono queste realtà, questi produttori di prelibatezze uniche, certificate e pluripremiate: sono dei veri e propri tesori incastonati nella nostra Penisola tra mari e monti e nelle vie più sperdute di borghi e campagne. Noi non ci soffermiamo a vivere solo i loro prodotti, ma vogliamo scoprire più da vicino i protagonisti di questo brand. Ecco perché abbiamo mandato alcune domande a chi gestisce la comunicazione con noi.

Resta con noi a conoscere Arudi Vermouth & Bitters: leggi le risposte!

Con chi stiamo parlando?
Massimiliano Bernardini, proprietario.
L’azienda è a conduzione familiare? In che anno è nata?
Sì, è a conduzione familiare. La nostra storia di Arudi è partita solo nel 2020.
Chi fu il fondatore e qual è stata la sua formazione o qual è il ramo lavorativo e professionale da cui proveniva se diverso dall’attuale?
Io e la mia famiglia lavoriamo nel campo Food&Beverage da più di trent’anni. Undici anni fa abbiamo recuperato un marchio storico valdostano, Vertosan, ed iniziato la produzione di liquori ed infusi a connotazione strettamente territoriale. Lo scorso anno (2020) ho acquistato il marchio Arudi dedicato a Vermouth di Torino e Bitters, e ho aperto contestualmente la sede di Torino.
Qual è il vero motivo o il fatto scatenante che sta dietro alla nascita di questa azienda e quando è avvenuto?
Durante il primo lockdown, quello del 2020, ho sentito l’esigenza di intraprendere una nuova strada, di riportare in vita un’eccellenza del passato rivisitandola per renderla attuale. Le ricette del Vermouth e del bitter sono state ritrovate in un libro tra le carte della fu Martino Balbo di Trofarello, che era stata a inizio ‘900 fornitrice del Granduca di Genova. Arudi è l’aromatiere autore del libro di ricette ritrovato.
Qual è il vostro rapporto con la terra d’origine e la sua tipicità? E perché le volete raccontare con i vostri prodotti?
Raccontare il territorio attraverso prodotti enogastronomici è stata da sempre la nostra passione e la nostra mission. Crediamo che si tratti di una ricchezza immensa da riscoprire e da tramandare, coniugando sempre storia e attualità, attraverso l’innovazione degli antichi saperi, ricette e riscoperta di materie prime uniche per aroma.
Qual è stato il primo prodotto che avete creato?
Vermouth e bitter sono stati creati di pari passo, rivisitando le ricette dell’aromatiere Arudi dei primi anni del secolo scorso.
Qual è il prodotto che oggi, invece, ritenete “di punta”?
Il Vermouth. Le nostre ricette sono state studiate per rientrare nel disciplinare del Vermouth di Torino. Da un paio di mesi siamo entrati a far parte del Consorzio Vermouth di Torino, insieme a grandi produttori, e questo ci riempie di orgoglio.
E qual è il prodotto che nell’intera storia dell’azienda ha portato con sé maggiormente il cuore pulsante, la filosofia e l’anima dell’azienda stessa?
Sempre il Vermouth.
Parliamo di oggi: quanto si è ingrandita l’azienda dal giorno della sua nascita? Possiamo avere qualche numero?
Arudi ha iniziato la produzione a dicembre 2020, ma ci sta già dando grandi soddisfazioni.
In questo momento: più tradizione o più innovazione?
Vanno di pari passo, questa è la nostra filosofia.
Qual è stata l’evoluzione più importante dell’azienda per farla arrivare a quello che è oggi?
L’essere stata ammessa nel Consorzio Vermouth di Torino, che seleziona accuratamente i propri soci.
Parlando invece del futuro: quale domani aspetterà l’azienda? C’è in programma qualche cambiamento o qualche nuovo processo evolutivo?
La nostra attenzione è rivolta ad una clientela che ama prodotti di qualità e di livello, sia in Italia che all’estero. È in questa direzione che ci stiamo muovendo.
Avete in programma di creare nuovi prodotti?
Si, certamente, la nostra ricerca di nuovi prodotti e di sviluppi è continua.
Avendo puntato su Spaghetti & Mandolino, quanto è importante per voi la vendita online, qual è stato il vostro rapporto in passato con questo canale di vendita e come lo vedete nel futuro?
La vendita online non è prioritaria perché manca la parte degustativa, ma crediamo nella digitilizzazione. Nel futuro speriamo possa migliorare.
Valore: qual è stato, qual è oggi e quale sarà in futuro per la vostra azienda?
Il nostro valore principale è la qualità, da sempre e per sempre.