Le pappardelle di Columbro sono un formato di pasta all'uovo molto simile alle tagliatelle ma di larghezza superiore di circa 13 mm.
È una pasta tagliata a strisce larghe e molto porosa, ottima per assorbire il condimento.
Le origini delle pappardelle risiedono nella tradizione toscana e nascono alla fine del tardo Medioevo. Boccaccio nominò per la prima volta le pappardelle nel Decameron, precisamente nel Paese di Bengodi, dove venivano cotte nel brodo di capponi per poi essere mangiate.
Originariamente questo tipo di pasta veniva chiamato "pappare" in toscano oppure "papard" in provenzale ma a fine del XVII secolo il dizionario Treccani riconobbe il termine pappardelle.
La produzione delle pappardelle Columbro è estremamente facile. Le uova che vengono utilizzate provengono esclusivamente da allevamenti a terra. Innanzitutto si crea un impasto a base di uova a pasta gialla, sale e farina 00. Un passaggio fondamentale è proprio la lavorazione a mano che consente un miglior mescolamento degli ingredienti. Una volta preparato, l'impasto deve riposare per far amalgamare ulteriormente gli ingredienti. Infine, viene tirato a mano raggiungendo uno spessore di circa 1-2 mm. La differenza tra tagliatelle e pappardelle sta nella diversificazione dello spessore e una larghezza maggiore.
La tradizione vuole che le pappardelle di Columbro vengano servite con un gustoso sugo al cinghiale bianco o rosso, un selvatico sugo di lepre oppure un classico sugo ai funghi porcini. I sughi devono essere corposi e con un gusto deciso per sprigionare i tipici sapori della pasta all'uovo.
Un altro ottimo condimento è il sugo al tartufo che si abbina perfettamente grazie alla porosità della pasta. Grazie alla lavorazione a mano i sughi vengono assorbiti mescolandosi perfettamente alle cosiddette pappare.
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